Francesco Curci ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Come Frank” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
È un brano che celebra la diversità come sinonimo di autenticità, ovvero ciò che ci rende unici, speciali. La diversità non è qualcosa da cui prendere le distanze, piuttosto un’occasione di crescita, di confronto. Viviamo in una società che si ferma all’apparenza e perciò al pregiudizio, che non è ancora capace di andare al di là, scavare nell’animo umano per comprendere i motivi che portano a certi atteggiamenti e modi di essere. È perciò un invito a difendere a denti stretti la propria identità, a rimanere sempre coerenti a sé stessi senza provare a cambiare o a reprimersi soltanto per piacere agli altri, con il rischio di diventare “la brutta copia di sé stesso”, come dico nel testo.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Un senso di libertà, la stessa che provo io riascoltandola o cantandola. Una libertà che è il frutto di tre anni di ricerca in cui ho provato a risolvere conflitti interiori, esorcizzare dolori, trasformare il mio aspetto fisico che è coinciso anche col conquistare una nuova percezione di me e del mondo che mi circonda.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Sono assente da tre anni, un periodo che è un’eternità per il mercato discografico attuale. Ho avuto la fortuna di vedere ricomparire all’orizzonte una parte di quel pubblico che sono riuscito a conquistare fino ad allora. Un pubblico che però era abituato ad un’altra versione di me e che oggi si ritrova davanti un artista trasformato nell’immagine, nei suoni, legato al passato solo per la voce che rimane l’unica cifra identitaria. Perciò non ho aspettative precise, meglio non averne, perché mi rendo conto che non è facile far abituare quel pubblico a questo cambiamento in poco tempo. Ma in fondo era il mio obiettivo: far perdere le tracce di quell’artista che ero fino a tre anni fa e cominciare a raccontare quello di oggi che è sicuramente più vero, più autentico, più in pace con sé stesso. Non nego, tuttavia, che mi piacerebbe conquistare il più alto numero di cuori possibili, farmi scoprire da un pubblico il più vasto e composito possibile. Ma il percorso è appena cominciato….
Come nasce il tuo progetto musicale?
Discograficamente ho esordito nel 2013, ma faccio musica da quando sono bambino. Ho studiato canto, pianoforte, ho iniziato a scrivere le prime canzoni a 11 anni. Ho partecipato a contest nazionali di ogni tipo che hanno rappresentato la mia palestra, l’occasione per confrontarmi con il pubblico, prenderne confidenza. Ma posso dire che per me il vero debutto è ora, con questo brano, con questa nuova direzione artistica. Oggi quando mi chiamano “artista” mi sento pienamente rappresentato, fino a tre anni io per primo non ci credevo. Forse è questo il vero cambiamento!
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