Da giovedì 15 aprile è disponibile tutte le piattaforme digitali “Complesso di inferiorità”, il nuovo singolo di Feyra. Complesso di inferiorità è un brano incalzante. Le strofe dal ritmo sincopato, lasciano spazio a un ritornello tipicamente disco con tanto di cassa in quattro e l’utilizzo di synth e archi. Le chitarre sono funky nelle strofe e scandiscono un ritmo che costringe i piedi di chi ascolta a battere il tempo. Molto particolare e dal sapore piacevolmente retró è lo special, dove il gioco tra la voce e il basso portano a un ultimo ritornello che esplode e fa venir voglia di festa.
Feyra ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Complesso di inferiorità” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
E’ il brano che apre la strada ad un nuovo percorso artistico che mi distingue dai progetti del passato. Durante il lockdown 2020 ho scritto molte canzoni che mi hanno fatto capire che stavo abbracciando nuove sonorità e le parole fluivano così liberamente che mi sono innamorato di quel periodo. Mi sono riscoperto.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Il titolo dice già tutto. Ho cercato di raccontare quegli stati d’animo che ognuno di noi vive, quando ci sentiamo incapaci, inadatti, pieni di difetti ma che diventano pregi e di cui in fondo ci innamoriamo tutti. Nel testo cito quella che per me è l’emblema del complesso di inferiorità: la Venere di Botticelli, nuda, libera e piena di straordinari difetti.
C’è anche un videoclip, come si caratterizza?
Con il videoclip, diretto da Carla Marchetta, abbiamo voluto raccontare attraverso uno storytelling dal sapore primaverile quelle quotidianità che portano a sentirsi inconcludenti, frenati da dubbio e dalla paura del fallimento. C’è sempre però la voglia di liberarsi ed accettarsi belli e con tutti i nostri particolari.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Sin da piccolo, ho cominciato all’età di 6 anni a studiare pianoforte e con molta naturalezza ho cominciato a cantare. Influenzato dagli ascolti di quel periodo cantavo Marina e Luglio col bene che ti voglio. Ricordo mio zio che con molta fierezza non perdeva l’occasione a farmi cantare ai karaoke. Poi crescendo ho suonato le tastiere in vari gruppi fino a fondare una big band. Oggi le mie canzoni vanno verso una direzione diversa con un sound nuovo.
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