Economia

Condizionalità europee legate al Recovery Fund, il punto di Lancini

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BRUXELLES – L’Eurodeputato Danilo Oscar Lancini (Lega) interviene nel dibattito, sempre più acceso, sulle condizionalità europee legate al Recovery Fund.

«Era solo la fine di luglio – dichiara Lancini – quando, in merito alla proposta del Recovery Fund, facevano bella mostra sulla testata dei principali quotidiani di casa nostra titoli come “pioggia di miliardi”, “giornata storica”, “schiaffo ai sovranisti” e via discorrendo. Oggi persino la stampa più vicina all’establishment UE ridimensiona quell’accordo e ci fornisce una lettura molto diversa.

Emerge in maniera sempre più chiara che i tempi per questo finanziamento non sono immediati come l’urgenza della nostra situazione economica richiederebbe: per quanto concerne la parte dei sussidi si parla di fine ottobre 2021, mentre per gli altri prestiti non si hanno tempistiche certe. Da ricordare che, a fronte del pacchetto Recovery, siano stati pesantemente tagliati dal Bilancio UE, vari progetti legati alla ricerca scientifica, all’innovazione e all’Università.

Ma sono – prosegue Lancini – soprattutto le condizioni poste all’impiego di questi fondi a cambiare radicalmente le carte in tavola. Già sapevamo che queste risorse non avrebbero potuto essere usate per un taglio fiscale a imprese e famiglie, ma principalmente per interventi legati all’agenda green stabilita dalla Commissione e al Digitale. Il Ministro Gualtieri ha confermato come buona parte dei prestiti andranno conteggiati nell’indebitamento netto, pertanto il programma dovrà essere compatibile con le analisi di sostenibilità del debito che vengono stilate periodicamente dalla Commissione e che impongono sostanzialmente nuovi avanzi primari di bilancio e nuova austerità.

Anche la proposta di usare i fondi dei prestiti per finanziare spese già programmate nell’attuale quadro normativo, non ci consentirebbe di liberare risorse in altri settori perché diverrebbero molto più vincolanti le raccomandazioni periodiche della Commissione Europea, quelle cosiddette “riforme” che da tempo hanno individuato per noi i solerti burocrati di Bruxelles: riduzione del rapporto debito/PIL anche attraverso nuove tasse, tagli al sistema pensionistico, alle principali deduzioni fiscali, al sistema sanitario pubblico, agli ammortizzatori sociali, alle tutele dei lavoratori.

È dunque una strada in salita – conclude Lancini – in cui ogni giorno che passa aumenta il rischio di non avere grandi benefici dal pacchetto Recovery, mentre si concretizza la prospettiva di politiche economiche “lacrime e sangue” imposte dall’UE e di nuove tasse europee».

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