“Il pomodoro da industria – ha sottolineato – rappresenta una coltura ed una filiera che sono strategiche, una delle grandi eccellenze dell’agroalimentare e prodotto simbolo del made in Italy sui mercati esteri. Ha però bisogno di una maggiore qualificazione per competere con i principali player mondiali e spingere ancora di più il prodotto sui mercati internazionali oltre che su quello nazionale. Bisogna agire ora sulla ‘reputazione’ (brand reputation) cioè quell’insieme di percezioni, valutazioni e aspettative che suscitano i trasformati. Oggi il prodotto finito, e di conseguenza il pomodoro all’origine, non ha il valore che merita agli occhi di stakeholder internazionali e consumatori. Bisogna lavorare in maniera strategica per la valorizzazione”.
“L’innovazione di prodotto gioca un ruolo molto importante nel rilancio della filiera e anche su questo punto, assieme all’industria e alla GDO – ha concluso Fabrizio Marzano – Confagricoltura vuole fare la sua parte”.
Confagricoltura ricorda che l’Italia è il principale player per la produzione di pomodoro da industria a livello europeo ed il secondo a livello mondiale, dopo la California. La superficie totale nazionale supera i 64 mila ettari, per una produzione di 47 milioni di quintali. Nel bacino del Nord, secondo i dati dell’organismo interprofessionale come prodotti trasformati si producono polpa (41%), passate (29%) concentrati (29%) e sughi (1%).
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