Confagricoltura: Biologico settore in crescita

150

Mario Guidi: “Le regioni italiane devono crederci”

biologicoNel corso del Convegno di Confagricoltura, si è sottolineato come l’Unione Europea creda fortemente nel metodo produttivo biologico, in quanto tecnica che tutela non solo l’ambiente, ma anche gli animali e la salute umana.

In quest’ottica si inserisce la nuova riforma delle Politiche Agricole Comuni (PAC 2014-2020), approvata dal Parlamento europeo a Bruxelles.

Paolo Parisini, Presidente della Federazione Nazionale dell’agricoltura, in apertura dell’incontro ha evidenziato che le aziende biologiche associate a Confagricoltura sono il 15% del totale, e coltivano più di un quarto degli ettari destinati al biologico in Italia.

Così il Presidente di Confagricoltura, Mario Guidi ha dichiarato: “Le aziende bio italiane, in generale, dimostrano grande vivacità, con una crescita sul mercato interno ed internazionale che va sostenuta dai nuovi programmi di sviluppo rurale regionali; molte altre imprese si aggiungeranno. Le regioni però devono crederci”.

Dall’analisi dei 21 Piani di Sviluppo Rurale (PSR) svolti durante il convegno, è emerso infatti, che le regioni italiane presentano delle tendenze diverse rispetto al bio pertanto: Calabria e Sicilia rappresentano il 40% del budget dei PSR; Veneto, Campania, Lombardia e Piemonte invece, investono nel biologico risorse limitate tra l’1,2% e il 2,5% del budget complessivo dei PSR.

Guidi ha inoltre offerto diversi spunti di riflessione per un ulteriore sviluppo del settore, sul tema dei controlli: “Il biologico è un settore sano, anche se periodicamente si sono riscontrati comportamenti scorretti legati soprattutto alla fase di importazione di prodotti dall’estero – ha osservato il presidente di Confagricoltura – Il sistema d’importazione prevede solo l’equivalenza con i sistemi di controllo dei paesi extra UE, e non la conformità; in tal modo si permette ai produttori stranieri di utilizzare metodiche di produzione non ammesse in Europa . Con conseguenti danni per le aziende bio europee ed italiane e rischi per la sicurezza alimentare”. 

Sull’export: “Tra le azioni che le regioni devono sviluppare c’è senz’altro – ha aggiunto Guidi – quella dell’aggregazione dell’offerta dei produttori, per consolidarla e favorire le iniziative di internazionalizzazione ma anche per quelle sul mercato interno”.

Affrontato nel convegno anche il tema della ricerca: “La ricerca – ha annotato Guidi – è fondamentale per lo sviluppo del settore al fine di contrastare ad esempio i cambiamenti climatici, che causano diminuzione di produttività; utilizzare le specie autoctone proteggendo e valorizzando al tempo stesso la biodiversità e il miglioramento varietale, è una via da percorrere”.