Confagricoltura e ‘Cibo per la mente’, tavola dell’innovazione a Ecomondo

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Piovan: “La filiera agroalimentare italiana ha bisogno di poter contare sull’innovazione, per migliorare le produzioni, aumentando le rese e rendendole ancora più sostenibili”

RIMINI – Grande successo di pubblico questa mattina a Ecomondo per ‘La Tavola dell’Innovazione’, l’evento divulgativo promosso da Confagricoltura e ‘Cibo per la mente’ con l’obiettivo di spiegare il ruolo fondamentale del miglioramento genetico per l’agricoltura e l’alimentazione.

‘Cibo per la mente’ è un progetto della filiera agroalimentare italiana rivolto ai decisori europei per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di investimenti in innovazione e ricerca nel campo dell’agricoltura e dell’industria alimentare. Il progetto include un manifesto di intenti e proposte sottoscritto da Confagricoltura e da altre 13 associazioni imprenditoriali.

Presso la sala convegni dello stand di Confagricoltura il gioco-laboratorio che ha coinvolto i giovani. Dai pomodori datterini al riso venere, dal pompelmo rosa all’uva senza semi: sono tanti i prodotti che troviamo ogni giorno tra i banchi del supermercato, frutto dell’innovazione in agricoltura. Con ‘La Tavola dell’Innovazione’ ‘Cibo per la mente’ parte da varietà che consumiamo abitualmente per raccontare il passato, il presente e il futuro della nostra alimentazione.

A guidare il pubblico di Ecomondo, attraverso un gioco di carte e un percorso di 20 ingredienti, sono stati Mauro Mandrioli, docente di Genetica dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, e Deborah Piovan, dirigente di Confagricoltura e portavoce del progetto ‘Cibo per la mente’.

“Il miglioramento genetico è da sempre alla base dell’agricoltura – ha dichiarato Mauro Mandrioli -. Un esempio è il mais, frutto di un processo di innovazione continuo iniziato quasi 9 mila anni fa: i nostri antenati sono partiti dal teosinte, una pianta cespugliosa senza pannocchia, per creare una pianta a stelo lungo con una pannocchia da un migliaio di semi. I pomodori datterini sono oggi molto comuni ma, sino a poco più di 30 anni fa, erano pressoché assenti nell’agricoltura italiana e sono la dimostrazione di come l’innovazione diventi tradizione”.

“La filiera agroalimentare italiana ha bisogno di poter contare sull’innovazione, per migliorare le produzioni, aumentando le rese e rendendole ancora più sostenibili – ha osservato Deborah Piovan -. Il Manifesto di ‘Cibo per la Mente’ chiede ai decisori italiani ed europei di mettere in atto politiche di sostegno all’adozione di tecniche di miglioramento genetico in tutti i campi, rendendo disponibili agli agricoltori le migliori tecnologie ed ai consumatori prodotti sempre più sicuri e di elevata qualità”.