“Senza considerare – aggiunge Giansanti – che le aree agricole ad alto valore naturale nel nostro Paese sono 6 milioni di ettari: una quota rilevante dell’intera superficie agricola nazionale, concentrata soprattutto nelle regioni centro-meridionali e lungo le dorsali degli Appennini e delle Alpi che rivestono un ruolo fondamentale come corridoi ecologici”.
Confagricoltura rimarca che la superficie agro-silvo-pastorale gestita dalle imprese agricole e forestali è uno dei pochi baluardi rimasti a contrastare l’espansione antropica principalmente di natura edilizia e che è un patrimonio inestimabile da conservare e valorizzare. Il risultato di una presenza umana millenaria che ha visto generazioni di agricoltori che si sono succedute plasmando l’ambiente ed il paesaggio così come oggi lo conosciamo. Nelle stesse aree Natura 2000, che interessano un quinto della superficie nazionale, operano tantissimi agricoltori che, con le loro attività economiche perfettamente inserite in questi contesti, contribuiscono con il loro quotidiano impegno alla conservazione della biodiversità.
“Si tratta di attività – conclude il presidente di Confagricoltura – che meritano di essere valorizzate in chiave moderna recuperando la tradizione e la straordinaria biodiversità che possediamo, utilizzando la tecnologia, l’innovazione e la ricerca nella chiave della sostenibilità, sia per il loro valore economico ed occupazionale, che contribuisce alla crescita ed allo sviluppo del nostro Paese, sia per il loro positivo effetto in termini di tutela dell’ambiente e benessere della collettività”.
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