Gli eventi sismici del 24 agosto e poi quelli del 26 e del 30 ottobre che hanno colpito in particolare Lazio, Umbria e Marche, hanno messo in pericolo alcuni dei tesori più preziosi del patrimonio agricolo italiano. Lo sottolinea il Centro Studi di Confagricoltura evidenziando le ferite ad un territorio profondamente vocato all’attività agricola di eccellenza.
“Non va dimenticato – osserva Confagricoltura – che, al di là dei prodotti a indicazione geografica (a cui va aggiunto il vino con varie DOC e IGT) ci sono molti prodotti agricoli tradizionali e rilevanti per le aree interessate dal sisma, che sono comunque importanti presidi di qualità del nostro agroalimentare: da tartufi, patate, grano duro, vini e oli extra vergine d’oliva (molti a denominazione d’origine), sino ai trasformati di carni (salumeria) e del latte (formaggi di vario genere)”.
“L’Italia agricola dei prodotti tipici, delle tradizioni colturali e culturali va protetta e rilanciata – conclude Confagricoltura – È fatta di produttori che non si arrendono e che resistono sul territorio, pur operando in situazioni estremamente precarie e tra mille difficoltà. Molto spesso i loro introiti pervenivano dalla vendita diretta che adesso è praticamente inesistente. Ora c’è anche da ricostruire una rete commerciale e ci stiamo attivando anche in questo senso”.
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