Nel 2020 l’emergenza sanitaria ha poi accelerato il passaggio verso l’IA: il 60% delle grandi aziende adottato un approccio almeno esplorativo. E così l’IA è decollata anche da noi, con un fatturato che si chiuderà nel 2020 a 240 milioni di euro (+20% rispetto al 2019), di cui l’80% commissionato a livello nazionale ed il 20% di export.
Dalle sveglie che suonano prima in caso di traffico alle scarpe che trasmettono tempi e velocità per gareggiare con altri sportivi dall’altra parte del globo, passando per i robot collegati ai veicoli e per i sistemi di agricoltura remota, fino ad arrivare all’ambito medico-sanitario ed al monitoraggio delle infrastrutture: questa è l’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale nel 2020.
«Con i dati storici epidemiologici l’IA è già oggi in grado di sviluppare modelli previsionali della diffusione del Coronavirus e di valutare —attraverso tecniche di inferenza causale— l’impatto delle azioni di contenimento, proprio come noi di Sensoworks siamo in grado di sviluppare modelli previsionali per identificare a livello infrastrutturale aree di rischio elevato e pianificare relativi interventi per prevenire un evento infrastrutturale prima che accada», spiega Niccolò De Carlo.
Con la maggiore diffusione ad ogni livello dell’IA, ovviamente, anche Internet of Everything (IoE) ha avuto un’evoluzione parallela. Le connessioni delle 4 dimensioni dell’IoE — persone, processi, dati e cose — si decuplicheranno nel prossimo decennio. In particolare la crescita maggiore riguarderà il numero delle cose connesse: telefoni, stampanti, braccialetti per l’activity tracking, superando i 7 dispositivi collegati per ogni essere umano.
In ambito infrastrutturale si tratta di applicare una strategia che sfrutta la manutenzione basata sull’analisi predittiva per ricercare ed individuare anomalie ed evitare così che si verifichino eventi indesiderati. In termini più concreti si implementano strumenti che consentono un monitoraggio dinamico delle infrastrutture — ad esempio di un ponte — e di raccogliere in tempo reale «big data» che l’IA trasforma in mattoni di base per i processi decisionali.
«La manutenzione predittiva utilizza queste informazioni per prevedere eventuali interventi e sviluppare soluzioni mirate che non solo portano il rischio di un evento indesiderato ad un valore virtualmente pari a zero, ma consentono anche di diminuire notevolmente i tempi di intervento e di ridurre i costi di manutenzione», conclude il ceo di Sensoworks.
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