Nell’ambito dell’iniziativa, l’associazione ha dato notizia dell’ingresso in qualità di partner nel Distretto biologico della Maremma toscana, nato a seguito di un percorso di condivisione di obiettivi di sostenibilità portato avanti nei comuni di Capalbio, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Orbetello e Scansano. Il territorio del distretto, che corrisponde ai confini amministrativi dei sette Comuni citati, ha una superficie agricola utilizzabile di quasi 96.000 ettari complessivi, di cui il 41% condotti con il metodo dell’agricoltura biologica, grazie anche alle circa 300 aziende biologiche che partecipano al progetto economico territoriale integrato del distretto.
Realizzata in collaborazione con il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa, con il corso di laurea in Viticoltura ed enologia e con la media-partnership de La nuova ecologia, l’iniziativa ha incassato un nuovo successo in termini di iscrizioni (296 i vini partecipanti provenienti da 19 regioni d’Italia) e, come ogni anno, si è posta l’obiettivo di promuovere l’agricoltura di qualità del Paese, dimostrando che produrre in maniera sostenibile è davvero possibile.
A precedere la cerimonia di consegna delle targhe ai produttori dei vini selezionati, la conferenza “Agroecologia e filiera del biologico: modello di riferimento per sostenibilità ambientale e competitività nel mercato”, moderata da Francesco Loiacono, direttore de La Nuova Ecologia, a cui, tra le altre e gli altri, hanno partecipato: Leonardo Marras, assessore al turismo Regione Toscana; Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio; Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia; Angelo Radica, presidente Città del vino; Christian Stivaletti, vicepresidente distretto biologico della Maremma toscana; Giuseppe Ferroni, Università di Pisa e presidente della commissione esaminatrice; Francesco Carri, presidente Banca TEMA; Paola Parmeggiani, direttrice ITS – EAT (Eccellenza Agroalimentare Toscana); Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente. A concludere i lavori, il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani.
“La transizione ecologica – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – passa dal settore vitivinicolo e se il mercato apprezza sempre di più le produzioni bio è anche grazie a progetti come la Rassegna degustazione nazionale dei vini biologici e biodinamici di Legambiente, appuntamento che da trentadue anni rappresenta un importante punto di riferimento nel panorama nazionale, oltre che una vetrina per produttrici e produttori made in Italy. Oggi più che mai, serve una svolta chiara e drastica verso l’agroecologia, necessaria sia dal punto di vista ambientale che economico, anche per essere più competitivi sul mercato globale. In caso contrario, sarà sempre più complesso garantire la sopravvivenza del settore agricolo e assicurare cibo più sano alle cittadine e ai cittadini. Il ruolo dell’Europa sarà cruciale e dovrà andare nella giusta direzione, riallineandosi alle Strategie europee From farm to fork e Biodiversity e tornando a lavorare su misure ambientali strategiche e prioritarie, abbandonate dopo la rivolta dei trattori. Serve un nuovo patto per il futuro, non possiamo permetterci passi indietro.”
Com’è noto, il settore vitivinicolo è già fortemente indirizzato verso il bio. Adesso, serve una nuova spinta per fare in modo che questo virtuosismo possa imboccare la strada della crescita.”
“Rendere noto l’ingresso della nostra associazione nel Distretto biologico della Maremma toscana – ha aggiunto Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – in una giornata così importante per le produzioni vitivinicole bio dello Stivale è particolarmente importante e significativo. In Maremma trova casa il polo nazionale per l’agroecologia di Legambiente, un importante presidio attraverso il quale, giorno dopo giorno, lavoriamo affinché la transizione dal campo alla tavola non solo trovi concretezza, ma incontri politiche sempre più capaci di sostenerla e non ostacolarla. Quello della Maremma toscana è un distretto che riveste un ruolo strategico per l’agricoltura regionale e nazionale, se si considera che la Toscana è al 35% di produzione bio nonostante l’Europa abbia posto come obiettivo il raggiungimento di quota 25% della superficie coltivata a biologico entro il 2025. Di sicuro, si tratta di una grandissima occasione per la Maremma in termini di sviluppo dell’agricoltura, ma anche di consolidamento e apertura verso nuovi mercati”.
L'Opinionista® © 2008-2024 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network -
Notizie del giorno -
Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube