Il Consorzio ha intentato un giudizio di merito nei confronti di tale società, formulando contestualmente domande cautelari per la concessione di un provvedimento di inibitoria, al fine di impedire l’attività di affettatura e confezionamento che questa compiva in Brasile, in violazione della denominazione di origine. Secondo il disciplinare di produzione, infatti, anche le fasi di confezionamento e affettatura del Prosciutto di San Daniele devono essere effettuate esclusivamente nell’area di San Daniele del Friuli, da soggetti autorizzati e secondo severe procedure di sorveglianza.
Confermata la tutela già concessa in sede cautelare e validata anche in fase di reclamo, il Consorzio ha quindi ottenuto l’accertamento dell’illecito e l’inibitoria nei confronti della società di distribuzione in questione alla prosecuzione della violazione. La decisione diventerà definitiva una volta decorsi i termini per un eventuale appello.
“La sentenza del Tribunale di São Paulo crea un precedente importantissimo in tema di protezione delle eccellenze alimentari Made in Italy in generale e delle indicazioni geografiche in particolare – afferma Mario Cichetti, direttore generale del Consorzio – in quanto sancisce a livello internazionale la tutela della denominazione di origine ‘Prosciutto di San Daniele’, in particolare rispetto alle fasi di affettatura e confezionamento”.
Il Consorzio, a partire dagli ’70, ha registrato il marchio collettivo in oltre 50 Paesi e attivato un monitoraggio mondiale a sua difesa e contro il deposito di marchi in contrasto con la denominazione di origine “Prosciutto di San Daniele”. Nel 2015, in Italia il Consorzio ha svolto attività di vigilanza presso 1.025 tra punti vendita della grande distribuzione organizzata e del dettaglio tradizionale, esercizi di vendita all’ingrosso di salumi e della ristorazione. Inoltre, sono stati ispezionati oltre 450 punti vendita in paesi europei quali Francia, Germania e Svizzera e, ove riscontrate irregolarità sulla vendita del prodotto, il Consorzio ha inviato le segnalazioni agli organi ministeriali competenti per l’intervento coordinato delle autorità estere chiamate in causa.
Con tale attività, ogni anno vengono accertate diverse irregolarità penali ed amministrative prontamente segnalate agli enti competenti per i provvedimenti sanzionatori previsti. Le frodi ai danni del prosciutto di San Daniele rilevate in Italia nel 2015 hanno accertato principalmente l’utilizzo indebito della denominazione “Prosciutto di San Daniele” su prodotti non tutelati, e di vendita di aliud pro alio (ovvero la vendita di un prosciutto diverso rispetto al prosciutto di San Daniele pubblicizzato e/o pattuito). Il marchio “prosciutto di San Daniele” è stato stimato da parte di un primario advisor internazionale per un valore pari a circa 200 milioni di euro, quindi i danni causati dagli illeciti sul prodotto in caso di frodi o contraffazioni sono rilevanti e incidono in maniera negativa su questo valore.
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