ROMA – Agricoltrici, scienziate, ricercatrici e parlamentari si alleano per affrontare il tema dei cambiamenti climatici, ponendo in essere strategie innovative, cogliendo le opportunità che comunque si presentano con i mutamenti. È quanto emerso dal convegno promosso da Confagricoltura Donna, a Roma a Palazzo della Valle su “Cambiamenti climatici: le donne guardano al futuro”.
“Siamo convinte di giocare, come donne e come imprenditrici agricole, un ruolo determinante nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella tutela dell’umanità – ha esordito la presidente di Confagricoltura Donna Alessandra Oddi Baglioni -. Non è un caso che le Nazioni Unite abbiano avviato una specifica riflessione all’interno della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, ovvero sul ruolo che le donne possono avere tanto nell’adattamento al riscaldamento globale in atto, quanto nella mitigazione di questi fenomeni nel medio-lungo periodo”.
Ha proseguito Oddi Baglioni: “Siamo qui insieme per impadronirci di nuovi strumenti – tecnici, politici, buone pratiche – per raggiungere l’obiettivo di non essere messe in difficoltà dai cambiamenti climatici, ma di governarli con saggezza e innovazione. Vogliamo proporre una rete positiva (tra imprese, società civile e istituzioni) che lavori su questi temi, dando sempre maggiore spazio alle donne e al loro pragmatismo virtuoso. Pensiamo a strategie di lungo periodo, giacché chi è abituato a coltivare, a piantare gli alberi, a seminare ed a rispettare i ritmi della terra, rifugge dalle metodologie mordi e fuggi, dalle azioni ‘tutto e subito’”.
“Al centro delle strategie di tutela dovrà esserci – ha dichiarato la vicepresidente di Confagricoltura Elisabetta Falchi – un’impresa agricola smart, collegata ad un sistema altrettanto smart. Questo significa poter disporre di adeguate infrastrutture (energetiche, stradali, digitali, banda ultra larga, ferroviarie) e tecnologie (come blockchain, ovvero una struttura dati condivisa), determinanti per la competitività delle produzioni agricole e del made in Italy sui mercati internazionali”.
Come ha ribadito la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati nel messaggio di saluto inviato, occorrono strategie “ispirate a un nuovo approccio culturale che ponga in primo piano la riqualificazione dei territori, il rispetto per la terra e per le sue risorse; la ricerca e lo sviluppo di tecniche di produzione sempre più sostenibili ed integrate”.
Nel corso del convegno di Confagricoltura Donna è emerso come il cambiamento climatico stia avendo effetti devastanti sul territorio: aridità del suolo, inondazioni, depauperamento delle foreste, disastri ambientali, danni alle strutture e alle coltivazioni agricole. Però i settori agricolo e forestale possono contribuire efficacemente a contrastarlo, attraverso: attenzione alla produzione e alla qualità del cibo; agricoltura conservativa; migliore gestione del bestiame; intensificazione sostenibile; aumento dell’efficienza dell’irrigazione; agroforestazione; gestione delle perdite e dei rifiuti alimentari; nuove tecnologie molecolari; bioenergie. Puntano ad azioni di mitigazione dei fenomeni in corso, ma anche di adattamento, ad esempio sviluppando coltivazioni più resilienti all’innalzamento delle temperature.
Le donne, dunque, vogliono agire concretamente e già lo stanno facendo, come hanno dimostrato gli interventi al convegno. Le docenti dell’Università della Tuscia Maria Nicolina Ripa e Stefania Masci hanno sottolineato come sia importante la ricerca e l’innovazione, ad esempio con il miglioramento genetico del frumento per far adattare la coltivazione alle nuove situazioni climatiche. Cristina Re di Netafim e Patrizia Marin, presidente di Marco Polo Experience hanno ricordato esperienze in Israele ed Emirati Arabi e soluzioni tecnologiche per rendere coltivabili spazi aridi e desertici con l’utilizzo razionale della risorsa acqua. La scienziata Elena Joli, che fa parte della Spedizione Antartide, ha evidenziato come l’Antartico si sia rivelato un ambiente ideale per gli studi sull’adattamento delle specie. L’imprenditrice agricola siciliana Giuseppina Alfano ha illustrato gli adeguamenti colturali in atto per salvaguardare l’agrumicoltura.
Dall’amministratore delegato di GAA – Gestioni Assicurazioni Agricole Gianni Monti sono state indicate le risposte assicurative. Confagricoltura Donna ha pure proposto di studiare una variante di strumenti già ideati dal mercato, come i “cat bonds”, ovvero i bond catastrofici, con un’operazione di trasferimento del rischio dall’assicuratore agli investitori (una cartolarizzazione del rischio).
Quindi gli interventi dei rappresentanti delle Istituzioni, dai presidente e vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella e Susanna Cenni, alla componente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Maria Spena. Tutti hanno ribadito risposte politiche, come quelle che verranno dal Testo Unico Forestale, per i quali bisogna accelerare sui decreti attuativi.
“Ci sono sempre più donne alla guida di imprese agricole, sia in Italia sia nel mondo, e ciò ha permesso lo sviluppo di una nuova visione del concetto di agricoltura, più attenta all’ambiente, alle tradizioni e alle innovazioni – ha evidenziato la sottosegretario alle Politiche Agricole Alessandra Pesce -. Le risposte ai cambiamenti climatici devono partire dalla presa di coscienza da parte della popolazione che quotidianamente si confronta con le emergenze climatiche. La capacità di trovare soluzioni, attraverso l’innovazione, il rispetto ambientale e l’innalzamento della qualità delle produzioni trovano nell’imprenditoria femminile un nuovo protagonismo”.
“Le donne vogliono affrontare il discorso dei cambiamenti del clima e di tutto ciò che ne consegue con atteggiamento positivo e propositivo, ma invitando ad agire subito anche con strumenti nuovi, perché l’accelerazione dei mutamenti che stiamo vivendo e subendo impedisce di intervenire con un approccio soft – ha detto nel suo intervento il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Serve un impegno coordinato per agire immediatamente ed efficacemente con politiche mirate, azioni puntuali, spingendo sull’acceleratore dell’innovazione. Dalla politica dovranno arrivare pure più finanziamenti all’innovazione ed alla ricerca ed un ripensamento del fondo sulle calamità naturali dal momento che ci troviamo di fronte ad uno sconvolgimento totale dei parametri di gestione delle calamità naturali”.
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