La crisi climatica è una crisi dei diritti dell’infanzia che grava sulle generazioni attuali e future di bambini che stanno già sopportando il peso del suo impatto. I bambini dei Paesi a basso reddito e quelli colpiti da disuguaglianze e discriminazioni sono particolarmente soggetti. Una recente ricerca dell’Organizzazione per i diritti dell’infanzia ha dimostrato che un bambino su tre, a livello globale, deve affrontare la doppia minaccia di un elevato rischio climatico e di una povertà schiacciante.
Proprio per presentare le migliori pratiche che dimostrano come i bambini e i giovani, in particolare quelli più colpiti da disuguaglianze e discriminazioni, dovrebbero essere al centro della risposta mondiale alla crisi climatica, Save the Children Italia, organizzerà, un evento collaterale alla COP27 che si svolgerà il 15 novembre alle ore 15:30 nel Padiglione Italia, grazie alla collaborazione e agli spazi messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano. All’evento, oltre alla partecipazione di Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia, ci sarà, tra gli altri, un Rappresentante del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano e dei giovani attivisti per il clima dall’Italia, dall’Egitto e dal Marocco.
In occasione di una conferenza stampa internazionale organizzata da Save the Children la scorsa settimana per lanciare il nuovo rapporto della campagna globale Generation Hope, i bambini di tutto il mondo hanno espresso le loro idee in relazione alla crisi climatica. “A causa del cambiamento climatico e della siccità che stiamo affrontando qui in Zambia, molti bambini non hanno avuto un pasto adeguato perché i contadini sono stati colpiti dal cambiamento climatico e perché i nostri raccolti sono stati prosciugati”, ha detto Pohamba, quindicenne dello Zambia.
Durra, siriana di 11 anni che vive in Egitto ha raccontato “Il cambiamento climatico ha avuto un impatto negativo su di me e sui bambini che mi circondano. Sono stata privata dei miei diritti fondamentali, come giocare e andare a scuola. L’ho percepito molto bene negli ultimi anni perché in Egitto abbiamo dovuto affrontare condizioni climatiche estreme come forti piogge e inondazioni”.
“I bambini vogliono vivere una vita spensierata che noi, però, non possiamo vivere davvero. E pensando al futuro, saremo solo noi bambini a soffrire”, ha affermato Ridhima, 15 anni, indiana.
“Ascoltare questi bambini – tutti provenienti da diverse aree del mondo – parlare di come le loro vite siano già state stravolte dall’emergenza climatica, ha fatto capire come i diritti e le vite di miliardi di bambini – ora e in futuro – dipendano dalle azioni che i leader intraprendono in momenti come questi. Speriamo che abbiano il coraggio e la volontà di fare ciò che è necessario per i bambini. I leader di questa COP devono ascoltare le opinioni e le raccomandazioni dei bambini mentre prendono queste decisioni che possono cambiare la loro vita”, ha sottolineato Inger Ashing, Direttrice Generale di Save the Children International.
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