Nuova giornata con l’informazione de L’Opinionista sull’emergenza Coronavirus in Italia. Oggi, giovedì 16 luglio 2020, andiamo a seguire le principali notizie e gli aggiornamenti sui dati forniti dal Dipartimento di Protezione Civile, che saranno preceduti a tutti gli aggiornamenti della giornata.
Secondo il Ministero della Salute i nuovi casi erano 163, i decessi 13.Gli attualmente positivi erano 12.493 (776).I ricoverati con sintomi erano 797, 50 quelli in terapia intensiva, 11.369.
Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, le persone positive nelle Regioni italiane sono state finora: 7.535 in Lombardia, 887 in Piemonte, 1.170 in Emilia-Romagna, 438 in Veneto, 313 in Toscana, 196 in Liguria, 898 nel Lazio, 157 nelle Marche, 24 nella Provincia autonoma di Trento, 259 in Campania, 68 in Puglia, 93 in Friuli Venezia Giulia, 124 in Abruzzo, 137 in Sicilia, 97 nella Provincia autonoma di Bolzano, 10 in Umbria, 12 in Sardegna, 59 in Calabria, 2 in Valle d’Aosta, 9 in Molise, 5 in Basilicata.
Scrive su Facebook Matteo Bassetti, Direttore de Reparto Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova: “Chi come me e molti altri colleghi ha operato e sta operando negli ospedali italiani, sa bene che non siamo più in emergenza. L’emergenza vera, quella ospedaliera, per la quale eravamo tutti preoccupati, ovvero quella rappresentata dall’avere un posto letto per tutti, una maschera di ossigeno per tutti, un eventuale ventilatore per tutti, è passata. Chi sostiene il contrario vada a farsi un giro negli ospedali italiano. Nei nostri ospedali oggi il Covid non arriva più e sono rimasti solo pochi pazienti, ormai ricoverati da lungo tempo. La patologia oggi è molto diversa da come si palesava nei mesi di marzo e aprile. Prova ne è che la letalità negli ultimi 30 giorni in Italia è stata dell’1% contro un dato vicino al 15% nel periodo precedente (dati ISS). Credo che oggi metterci ancora nella condizione di dire “siamo in emergenza” non ci faccia fare una gran bella figura col resto dell’Europa e del mondo. I Paesi europei che avevano dichiarato lo stato d’emergenza infatti lo hanno terminato tutti. Francamente, continuare a dire “siamo in emergenza” semplicemente perché dal punto di vista legislativo, normativo e burocratico questo facilita alcuni passaggi finisce di non dare un bel messaggio della situazione reale del nostro paese. Occorre continuare a vigilare, a intercettare velocemente e efficacemente nuovi focolai (oggi rappresentati per lo più da soggetti asintomatici e poco sintomatici), controllare e quarantenare, se necessario, chi proviene dall’estero (in particolare da alcuni paesi a rischio) e mantenere le misure di prevenzione applicando il buon senso. Buon senso che spesso è mancato nell’uso della mascherina e di altre misure di prevenzione”
La Commissione europea ha pubblicato un documento con le direttive che servono a prevenire ed eventualmente combattere una nuova eventuale diffusione di Covid-19. Si parla di maggiore copertura dei test, tracciabilità dei contatti, miglioramento della sorveglianza, maggiore accesso ai servizi medici.
Alle 18 il Ministero della Salute ci aggiornerà nuovamente su quelli che saranno stati i dati giornalieri in Italia, relativi a guariti, positivi (in isolamento domiciliare con o senza sintomi, ricoverati, con particolare attenzione a quelli che sono in terapia intensiva o sub-intensiva).
Secondo il Ministero della Salute i nuovi casi erano 230, i decessi 20. I ricoverati con sintomi erano 164, 23 quelli in terapia intensiva.
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