Impennata di casi con variante inglese.Gli esperti auspicano un lockdown, una parte della politica é contraria
Nuova giornata con l’informazione de L’Opinionista sull’emergenza Coronavirus in Italia. Oggi, martedì 16 febbraio 2021 andiamo a seguire le principali notizie e gli aggiornamenti sui dati forniti dal Dipartimento di Protezione Civile.
Nelle ultime ventiquattro ore si sono registrati 10.386 nuovi casi su 274.019 e 336 morti, cifra che porta il totale a 93.825. Il tasso di positività sale al 4,1%, 18.463 sono ricoverati con sintomi, 2.074 si trovano in terapia intensiva.
AGGIORNAMENTO NEWS
Un nuovo vaccino potrebbe essere presto a disposizione. Lo annuncia su Facebook Matteo Bassetti, Direttore del Reparto Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che scrive: “L’EMA ha ricevuto da Janssen il dossier per l’approvazione del vaccino per il COVID. L’approvazione è prevista entro la metà di marzo e dovrebbe essere un vaccino semplice con un’unica somministrazione e con catena del freddo non complicata. Un’ottima notizia che dovrebbe portare a 4, i vaccini disponibili in Europa e in Italia. A quel punto con i vaccini previsti per il nostro paese non ci saranno più scusanti. Dovremo vaccinare il 75% della popolazione italiana entro l’inizio di ottobre. Occorre procedere da metà marzo con circa 300-350,000 dosi al giorno per raggiungere l’obiettivo di sicurezza”.
Stando al report del Commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, ieri erano state somministrate 22.989.748 di dosi e vaccinate con richiamo 1.281.999 persone.
Alcuni studi hanno intanto dimostrato che il vaccino di AstraZeneca funziona anche sulla variante inglese, che sta provocando tanti contagi in tutta Italia. In particolare ha causato una impennata di contagi nell’area metropolitana di Pescara, che da domenica é zona rossa insieme alla Provincia di Chieti, a Chiusi in Toscana, alla Provincia di Perugia e ad alcuni del ternano. Secondo l’ultimo rapporto del laboratorio di Genetica molecolare dell’Università di Chieti alla variante inglese è riconducibile il 65% dei contagi.
Fin da quando é apparsa per la prima volta nel Regno Unito, la variante inglese si é contraddistinta per una maggiore trasmissibilità rispetto al virus originario e, come si legge nel rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità, si sospetta inoltre che si possa associare a una maggiore virulenza e possa diventare dominante. Per questo molti esperti stanno auspicando un lockdown duro.
LOCKDOWN TOTALE: LE DUE CORRENTI DI PENSIERO
Proprio sul lockdwn duro si sono due correnti di pensiero: quella degli esperti e quella dei politici. Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute, sostiene l’urgenza di cambiare subito la strategia di contrasto al virus SarsCov2 e di istituire un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata. Ricciardi é convinto che la strategia di convivenza col virus, adottata finora, è inefficace e ci condanna alla instabilità, con un numero pesante di morti ogni giorno. D’accordo per un lockdown totale per due settimane, perché consentirebbe di abbassare la curva dei contagi ed eviterebbe di essere costantemente in una situazione altalenante, é anche Nino Caltabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. L’obiettivo sarebbe quello di far circolare il virus meno possibile e non abbassare il carico sugli ospedali. Anche Pierpaolo Sileri, vice Ministro della Salute, ha dichiarato di ritenere necessarie misure rigide per arginare la diffusione del coronavirus nelle aree in cui vengono individuate le varianti perché, purtroppo, alcune di esse creano problemi: soprattutto quella sudafricana che sembrerebbe resistente ai vaccini. Servono chiusure laddove ci sono queste varianti, almeno all’inizio, per congelare la situazione e studiarla meglio; se poi ci sono focolai occorre chiudere immediatamente.
L’Italian Renaissance Team, gruppo di scienziati che conta, tra gli altri, l’ex direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) Guido Rasi, hanno inviato al Premier Draghi e al Ministro della Salute Speranza un documento nel quale si legge: “Lo studio appena condotto dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute e della Fondazione Bruno Kessler in 16 regioni e province autonome, rivela inequivocabilmente la presenza delle varianti di SARS-CoV-2 nell’88% delle regioni esaminate, con percentuali fino al circa il 60%. In circa il 20% di tutti i nuovi casi di Covid-19 sono state individuate le varianti che risultano più infettive in una percentuale che va dal 40 ad oltre il 60%, rispetto al ceppo di marzo”.
Contraria al lockdown duro si é detta Giorgia Meloni, che ha definito surreale la proposta di Ricciardi. la Leader di Fratelli d’Italia ha dichiarati che se dopo un anno e più siamo ancora a parlare di lockdown totale, significa che la politica di lotta alla pandemia è stata totalmente fallimentare. Con lei Matteo Salvini, leader della Lega, e Giovanni Toti, Governatore della Regione Liguria nonché fondatore del partito “Cambiamo”.
IMPIANTI SCIISTICI CHIUSI FINO AL 5 MARZO
I gestori degli impianti di risalita e molti amministratori locali hanno accolto con rabbia e la decisione di rinviare l’apertura delle piste da sci almeno fino al 5 marzo, maturata nel tardo pomeriggio di domenica sera, con l’emanazione dell’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza, proprio nel momento in cui si stavano preparando le piste per la mattina del giorno dopo. Lunedì gli impianti dovevano riaprire, infatti, in Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, e domani in Veneto.
Il rinvio è stato deciso in seguito al parere del Comitato tecnico scientifico che ha sconsigliato la riapertura degli impianti a causa della diffusione delle varianti. Il Premier Draghi ha precisato che la decisione non é stata presa dal Ministro Speranza ma di concerto con lui stesso e con il Governo. Il Governo si é impegnato a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori. Intanto, ieri, A Piana di Vigezzo, località in alta Ossola, con circa 20 chilometri di piste, i gestori della stazione sciistica hanno deciso di aprire gli impianti nonostante la proroga dello stop.
IL BOLLETTINO DEL 15 FEBBRAIO
Nelle ultime ventiquattro ore si sono registrati 11.068 i nuovi casi e 258 morti, cifra che porta il totale a 93.825. Sono stati 93.825 i test (tamponi molecolari e antigenici rapidi), ieri erano stati 205.642. Il tasso di positività sale al 4,1%, Restano positivi, però, 402.783 cittadini: di questi, 18515( ieri 18.449) sono ricoverati con sintomi, 2.089 (+4) si trovano in terapia intensiva.
Nel dettaglio gli attuali positivi sono: 69.056 in Campania, 48.630 in Lombardia, 40.464 in Puglia, 38.430 nel Lazio, 37.570 in Emilia Romagna, 34.549 in Sicilia, 24.810 in Veneto, 13.945 in Sardegna, 12.336 in Toscana, 12.326 in Piemonte, 11.977 in Abruzzo, 9.759 in Friuli Venezia Giulia, 8.331 a Bolzano, 8.152 in Umbria, 8.144 nelle Marche, 6.746 in Calabria, 5.051 in Liguria, 3.435 in Basilicata, 2.683 a Trento, 1.566 in Molise, 138 in Valle d’Aosta.