Raffaele Morelli, psichiatra e psicoteraeterapeuta, ha parlato su RTL 102.5 di cosa avverrà, a livello individuale, nella Fase 2 dell’emergenza Coronavirus.
Morelli é d’accordo sul fatto che la Fase 2 rappresenti effettivamente un momento molto delicato. La psiche, quando si avvicina alla meta, alla possibiità di uscire da questo mondo e dalla realtà che stiamo vivendo da otto settimane, perde di vista le proprie risorse. Sei mesi fa non avremmo mai pensato di riuscire ad affrontare la situazione legata all’emergenza Coronavirus. E invece ce l’abbiamo fatta. Questo perché dentro di noi ci sono delle vere e proprie risorse, che funzionano meglio quando non facciamo scattare davanti a noi il futuro. Siamo riuciti a superare le difficoltà del periodo anche grazie all’appoggio sugli affetti. Quante volte in questi giorni abbiamo pensato: “Devo far questo per i bambini, per mio papà che é anziano, perché sono il fondamento della vita affettiva degli altri? Tutto ciò fa scattare dentro di noi quella che si chiama “energia fiorile”. Nei momenti più difficili, così come le patate fioriscono, noi tiriamo fuori le nostre risorse. Che sono inimmagnabili, a patto, però, che noi non mettiamo fretta al tempo. Abbiamo resistito due mesi, ci sembra difficile pensare che resisteremo altri giorni Eppure ce la faremo se penseremo che che abbiamo degli affetti su cui appoggiarci.
Torneremo ad abituarci alla fisicità? Morelli pensa che il cervello abbia poteri riparatori. Quando ci procuriamo una ferita, si forma una cicatrice, che poi va via. Dobbiamo, però, stare attenti a non grattare le cicatrici per non fare uscire di nuovo il sangue. Noi supereremo questo periodo, non resteranno cicatrici.
In questi mesi, sottolinea Morelli, abbiamo imparato cose che non sapevamo di saper fare: stare da soli , far scattare il potere dell’immaginazione, distanziarci dalla vita reale senza cadere nella disperazione. Ma soprattutto abbiamo imparato che possiamo contare su di noi. E se ci siamo riusciti ora, continueremo a farlo anche dopo. Vinceremo la paura di non farcela, di uscire di casa e tutte le altre preoccupazioni”.
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