Una vita di routine, quella di Lange e Marion. Ristretti nella propria piccola famiglia…
Ma Lange vuole di più. E quando l’imprevedibile arriva, non è proprio quello desiderato. Ci sarà qualcuno che impedirà ogni felicità del nuovo evento. Ecco il mio nuovo racconto.
Gli amici ed i colleghi invidiavano i neosposi Lange e Marion, pareva infatti un legame avviato alla perfezione.
Quando si conobbero, fu subito amore o passione o comunque una cosa che li portò a convivere con entusiasmo. Stavano bene insieme la coppia ed il figlio di lei, Marco di nove anni. Eppure… eppure.
Passarono i mesi scivolando uno su l’altro e per Lange scivolavano con noia. Insomma lavorava come creativo per testi di canzoni e sigle di video, e non era mai contento. L’artista genio incompreso di turno gli bocciava la strofa scritta magari dopo settimane di lavoro; il produttore dimenticava di pagare i suoi diritti e gli inviava misere percentuali.
La compagna Marion era affezionata certo, ed anche il figlio – su di lui non c’era niente da eccepire. Ma Lange non era mai contento.
Amici che li ammiravano, lavoro planare, moglie come doveva essere, figliastro accomodante. Questa non è Vita – pensava – è solo vita. Manca All’Improvviso.
Lange sapeva che non tutte le persone erano meritevoli di All’Improvviso. Infatti tal miracolo era raro e sperava un giorno di esserne beneficiato. Gli importava poco delle cose umane quindi attendeva con fede All’Improvviso e le sue meraviglie.
Primo giorno – Fecondazione
“ Lange, avevi promesso di portare tu Marco in piscina!” gridò nervosa Marion.
“ No perché devo scrivere di brutto oggi, Mar. Vado in giro per un’ ispirazione decente”.
“ Sei intrattabile negli ultimi tempi. Non ti si può chiedere nulla”.
Marion apparteneva a quel genere di persone che adoravano il Tutto Bene perché lo controllavano. Quindi covo’ una strana inquietudine mentre guardava suo marito allontanarsi da casa.
Sapeva che cercava la creatività immergendosi nel vicino boschetto. L’inquietudine non si mosse da lei per tutto il giorno. Lange aveva l’ abitudine di raccogliersi nella pace di quel piccolo bosco ben curato. Sedeva su un ceppo e scriveva scriveva anche a mano, oppure si registrava quando accompagnava il testo con la chitarra.
Quel giorno iniziò a buttar giù una strofa sul taccuino. Quasi subito il ceppo sul quale era seduto cominciò a vibrare. Lange s’ alzò di scatto temendo un terremoto, ma un vortice di luce blu lo colse di sorpresa. Non riuscì nemmeno ad urlare: come paralizzato fu aspirato in alto verso una potente luce metallica.
L’uomo scomparve per due giorni. Marion i parenti e gli amici erano stravolti: attivarono ogni tipo di ricerca e finalmente Lange fu ritrovato da una pattuglia il terzo giorno dalla sparizione. Fu ritrovato completamente nudo, sul ciglio della strada Provinciale con piccole ferite ed ematomi sul torace. Era sotto shock e non parlò.
Quarto giorno – gestazione
Marion ed il piccolo Marco vegliavano il sonno agitato di Lange.
I medici lo avevano sedato per le analisi; la moglie si torceva le mani e continuava a tormentarsi: “ Ma cosa ti è successo cosa è stato?!..”
Nessuno fece una diagnosi precisa, a parte il trauma e le ferite superficiali. La Gendarmeria pensava di liquidare la storia come incidente stradale – magari Lange era stato colpito da un mezzo e lasciato lì da un pirata della strada. Ma a Marion non tornava la cosa, ed era in preda ad un inspiegabile terrore.
Sesto giorno- gestazione
Incubi incubi incubi. Lange era stato dimesso dall’ospedale. La situazione non miglioro’ per niente però. Non parlava, mangiava pochissimo, era un automa. Non riusciva a dormire. Sprazzi di luce blu. Ombre di metallo.
Saloni trasparenti il vuoto il vuotooo…Ah cadere. E si svegliava urlando sudato. Marion stava impazzendo.
“Lange amore forse è meglio consultare uno psicologo!”
“ Ma quale psicologo! Devo solo ricordare cosa cazzo mi è accaduto nel bosco quella mattina!”
E se ne andava sbattendo la porta. Il grazioso bosco continuava a chiamarlo. Lui percepiva che in quel luogo c’ era la chiave di tutto.
Settimo giorno – gestazione
Infine prese coraggio: all’alba saluto’ una Marion sempre più sconvolta e s’ addentrò fra alberi e cespugli. Raggiunse il ben noto ceppo e s’ accorse delle differenze. Grossi segni di trascinamento tutto intorno, rami mezzi bruciati, incavi strani fra le rocce. E poi… e poi l’ istinto o una voce lo condusse verso un’ apertura di un masso sotto ad una quercia.
E là lo vide. All’inizio pareva un grande boccione di vetro, sospeso tra due rami e di colore indefinito. Avvicinandosi vide che dentro il contenitore a forma d’ uovo si muoveva una creatura. Pensò ad un animale catturato da un’insolita trappola; non era così.
La creatura possedeva occhi tondi e lucenti e in qualche modo gli parlo’. Immaginazione? Delirio? Realtà?
“ Buongiorno padre, ti aspettavo.”
Lange balzo’ indietro come colpito. Gli venne da vomitare.
“ Che? Cosa? Tu parli sento voci che succede?!”
L’ essere muoveva una fessura come fosse la bocca:
“ Io sono tuo figlio mia madre è venuta da molto lontano per concepire. Il nostro Mondo sta morendo, padre. Solo così proseguiremo la specie. Sono quasi pronto. Tra poco vengo fuori e mia madre mi porterà con sé!”
Incubi Incubi incubi.
Lange non capì nulla, non volle capire nulla e corse via barcollando. Non voglio sapere nulla cosa mi succede sono pazzo e malato. Proseguiva la corsa e non sapeva dove andare. Marion spunto’ da dietro la quercia. Aveva seguito il marito e con orrore aveva visto ed ascoltato tutto.
Poi, con calma, prese l’accendino che teneva sempre in borsa e appiccò il fuoco a tutti gli sterpi più secchi che trovava. Fece di un ramo una torcia, e la gettò sotto il boccione che conteneva la piccola creatura. Si volse e velocemente corse verso casa. Non voleva incrociare gli occhi dell’ essere che stava bruciando.
Decimo giorno – Parto o partenze? Un arrivo
Marion si mise a lavare i piatti appena fatta sera. Aveva somministrato l’usuale sonnifero a Lange perché dormisse tranquillo. Tutto bene. Quando All’Improvviso si scontrava col Tutto Bene, qualcuno moriva. Marion scacciava pensieri e ricordi. Si sentiva in pace.
Non era successo niente, aveva ricomposto la famiglia. Si ricominciava la vita. Poco dopo noto’ una luce blu strana provenire dalla finestra della cucina. Pensò fosse qualche vicino , quindi aprì la porta di casa per vedere chi fosse. Era la madre della piccola creatura, che cercava il proprio figlio.