Il “Fondo di assistenza per i produttori Fairtrade” mette innanzitutto a disposizione delle organizzazioni dei produttori certificati 2,1 milioni di euro per gli investimenti sulla sicurezza più urgenti e per il sostentamento delle comunità: acquisto di mascherine, strumentazione medica e protettiva di base, pagamento dei salari dei lavoratori temporaneamente inoccupati, organizzazione di attività di sicurezza alimentare, formazione sui dispositivi di sicurezza, costruzione di strutture mediche di emergenza e spese per piani di continuità operativa delle aziende. Il fondo è stato istituito grazie al contributo delle organizzazioni nazionali Fairtrade.
“Come sistema, Fairtrade lavora ogni giorno per cambiare il mercato in modo che contadini e lavoratori abbiano redditi dignitosi. In tempi di crisi dobbiamo fare un passo in più e assicurare salute, sicurezza e un futuro a chi lavora duramente per produrre i nostri cibi preferiti” ha dichiarato Darío Soto Abril, CEO di Fairtrade International. “Sappiamo che questi fondi non sono sufficienti per rispondere a tutti i bisogni dei produttori colpiti dalla pandemia, ragione per cui continueremo a cercare altri fondi all’interno del sistema”.
“Le organizzazioni di produttori si sono mobilizzate fin da subito per dare supporto ai loro associati e alle comunità. Ad esempio in Colombia hanno distribuito cibo e pacchetti per l’igiene ai più anziani. È successo così nella maggior parte delle organizzazioni. Avere questo supporto finanziario aggiuntivo permetterà loro di fare la differenza nella qualità del sostegno che potranno dare alle comunità, che sono le più bisognose di assistenza, ha dichiarato Xiomara J. Parades, Direttore esecutivo della CLAC, che raggruppa i produttori dell’America latina.
Il fondo risponde ai bisogni immediati. Tuttavia è chiaro che la pandemia avrà delle conseguenze sulle catene di fornitura globali e sul commercio internazionale. In molti casi gli effetti di quanto avviene oggi si vedranno nella prossima stagione di semina e raccolta. Per questo è stato istituito un secondo strumento, il “Fondo per la resilienza dei produttori Fairtrade”, il cui obiettivo è andare incontro alle necessità di lungo termine dei produttori, per risollevarsi dopo la COVID-19. Per questo secondo fondo attualmente è stato raccolto 1 milione di euro tra le aziende partner del sistema Fairtrade.
Tra gli interventi di lungo termine a cui mira il Fondo per la resilienza: la ricostruzione economica, la formazione di competenze tecnologiche, l’identificazione dei rischi per i diritti umani nelle catene di fornitura attraverso degli interventi programmatici, il rafforzamento delle finanze per affrontare i rischi futuri, l’advocacy. “Oltre a chiedere contributi dalle organizzazioni nazionali Fairtrade, siamo alla ricerca di partner che vogliano contribuire a questo fondo che guarda al futuro; vogliamo dare possibilità in più ai produttori una volta che si saranno ripresi dagli effetti della COVID-19: assicurare il sostentamento e costruire filiere più resilienti” ha dichiarato Soto-Abril.
“La crisi non finirà quando sarà calata la diffusione della COVID-19. Già vediamo l’incombente crisi economica globale in arrivo”, ha dichiarato Nygagoy Nyong’o, Direttore esecutivo di Fairtrade Africa, che raggruppa i produttori del continente: “I lavoratori e i contadini sono resilienti e creativi. Questo fondo li aiuterà ad identificare opportunità e altri modelli di business, ma anche a continuare a investire nelle loro comunità”.
Fairtrade invita aziende, retailer, organizzazioni non governative e agenzie governative a contribuire. Il denaro raccolto da entrambi i Fondi sarà distribuito in modo proporzionale tra i tre network di produttori Fairtrade in Asia, Africa e America Latina. I network dei produttori, a turno, amministreranno e gestiranno la distribuzione, il monitoraggio e l’impatto del Fondo presso le organizzazioni di produttori certificati.
Secondo le ultime previsioni della Università delle Nazioni Unite, più di mezzo miliardo di persone nei prossimi mesi potrebbero diventare povere. E tra queste, le centinaia di migliaia di lavoratori che si occupano della produzione del cibo che consumiamo quotidianamente. I produttori Fairtrade vivono in comunità dove gli ammortizzatori sociali sono carenti o non esistono, dove i sistemi sanitari sono inadeguati o mancano del tutto, dove spesso non c’è acqua potabile e pulita. E ora la crisi, distruggendo le catene di fornitura globali, mette a rischio la loro primaria forma di guadagno. Le chiusure necessarie per la sicurezza pubblica nei paesi di importazione stanno provocando la rapida caduta degli ordini in alcune filiere, con pesanti perdite di posti di lavoro e di reddito tra i gruppi già vulnerabili.
Fin dall’inizio di marzo 2020 le organizzazioni del circuito del commercio equo certificato hanno “svincolato” l’uso del Premio, ovvero il margine di guadagno di cui godono i produttori agricoli grazie all’appartenenza circuito. Ciò significa che si è potuto iniziare a fare formazione ai dipendenti sui rischi della COVID-19, sono stati acquistati dispositivi di protezione individuale e in taluni casi sono state fatte donazioni alle strutture sanitarie locali. Ma la crisi di interi settori è dietro l’angolo.
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