Con l’approvazione della Legge Provinciale dell’8 maggio che regolamenta le misure di contenimento della diffusione del virus SARS-COV-2, l’Alto Adige si prepara a ripartire e ad accogliere i turisti per un’estate all’insegna di grandi distanze e di profondo rispetto. Dagli operatori degli impianti di risalita al mondo dell’hôtellerie, dal settore della ristorazione a quello termale, numerose e diversificate sono le misure studiate per l’arrivo del primo ospite. Di seguito alcune testimonianze dirette degli operatori che sono la dimostrazione di quanto è stato fatto per garantire un periodo di vacanza in sicurezza e tranquillità in Alto Adige.
Dal 25 maggio riapriranno le strutture alberghiere. “Già negli ultimi tre anni abbiamo fatto moltissimo nel campo della sicurezza e dell’igiene”, dice Brigitte Zelger che dal 10 giugno riaprirà il suo Hotel Pfösl a Nova Ponente, in Val d’Ega. Ad esempio, tutta la biancheria dell’albergo viene lavata e disinfettata, inoltre nell’intero edificio esistono molte possibilità di sanificazione con appositi prodotti. “Coccoleremo i nostri ospiti nel rispetto delle direttive indicate”, promette Zelger, garantendo la distanza minima e seguendo le limitazioni negli spazi comuni. Inoltre, ha preparato una serie di consigli e di curiosità per loro: dall’esperto di social distancing in ambito musicale fino ad arrivare ad alcuni pratici suggerimenti per rafforzare le difese immunitarie”.
Tra le altre strutture ricettive che si distinguono per le iniziative adottate per garantire il massimo della sicurezza, spicca il Miramonti Boutique Hotel ad Avelengo che riaprirà il prossimo 11 giugno. I proprietari Klaus e Carmen hanno deciso che verrà occupato solo il 70% della struttura per garantire più spazio agli ospiti, mettendo inoltre a disposizione il Room Service XL, dando così la possibilità di ricevere direttamente in camera ogni tipo di servizio. Anche l’Hotel Bad Moos a Sesto ha già pensato alla sua riapertura del 30 maggio: gli ambienti saranno disinfettati con ozono così come la piscina, trattata anche con UVC. Les Dolomites Mountain Lodges a Longiarù opterà per entrate separate mentre le strutture Hartmann Hotels in Val Gardena metteranno a disposizione degli ospiti il Virus fighter per disinfettare qualsiasi tipo di superficie.
Alle strutture ricettive si affianca il comparto termale, pronto a riaprire il 25 maggio. Le piscine all’aperto saranno accessibili sin da subito mentre saune e piscine interne saranno disponibili in via “privatizzata“, come conferma la Direttrice delle Terme di Merano Adelheid Stifter. “Trattamenti con materie prime altoatesine per il momento sono disponibili solo nell’area personalizzata MySpa. L’area della sauna pubblica deve però rimanere temporaneamente ancora chiusa. Ma dal 18 maggio apriremo il nostro negozio, l’area “MySpa” e la nostra offerta gastronomica”. Una settimana dopo il 25 maggio saranno di nuovo accessibili gli oltre 5 ettari dell’area esterna con dodici piscine “con alti livelli igienici e ingressi controllati”, come tieni a precisare Stifter. Tutti i lettini saranno disinfettati dopo ogni utilizzo e verrà misurata la temperatura corporea degli ospiti all’ingresso delle Terme. “Sappiamo che le persone hanno bisogno di molta sicurezza e su questo mettiamo il nostro nome”, promette la direttrice. Vorrebbe però che in questo momento emergesse una nuova consapevolezza, in cui “tutti si attengono alle regole e celebrino ogni piccolo passo verso la normalità”. Infine, la situazione attuale ha insegnato a tutti una cosa: “La libertà di andare in vacanza ha assunto un valore completamente nuovo“.
Tra le strutture dotate di aree benessere, si distinguono tutte quelle che garantiscono costantemente test sanitari ai propri dipendenti (e su base volontaria anche agli ospiti), come ad esempio l’Hotel Quelle Nature Spa Resort a Casies, che dal prossimo 11 giugno è pronto a riaprire grazie alle misure approvate dal Dott. Alexander Gardetto del Medical SPA partner Brixsana. Sia i dipendenti della struttura sia gli ospiti (su richiesta) saranno sottoposti regolarmente a test per la ricerca degli anticorpi ed è per questo che tutti gli ambienti del centro benessere saranno ugualmente aperti a chi risulterà idoneo. Un comitato interno, controllerà costantemente il rispetto delle misure adottate.
Magdalena Messner, la Curatrice dei sei musei Messner Mountain, ha espresso la sua gioia per la riapertura del mondo della cultura ripartito l’11 maggio “Sono felice di poter tornare finalmente al lavoro con il mio team. Stiamo convertendo i nostri eventi estivi in modo che siano un’esperienza all’aperto particolarmente indimenticabile con un numero ridotto di ospiti. Nel prossimo futuro, i visitatori avranno un’opportunità unica di vivere un’esperienza ancora più tranquilla e dal ritmo rilassato nei nostri musei e, quindi, di poter entrare ancora più profondamente in sintonia con il luogo che visiteranno”.
Anche gli operatori degli impianti di risalita, che dal 25 maggio ripartiranno, nutrono grandi speranze nei confronti del futuro prossimo. “È davvero una bella sensazione dopo tutte queste settimane di sospensione poter tornare alla normalità”, così descrive il suo sollievo Helmut Sartori, Presidente dell’Associazione Esercenti Funiviari dell’Alto Adige. “Per noi sarà prioritaria la sicurezza e la salute dei passeggeri e del personale che dovrà indossare mascherine protettive. Inoltre la capacità degli impianti funiviari sarà limitata ad un massimo di due terzi della sua portata massima e le cabine saranno regolarmente disinfettate. Inoltre, nell’area della stazione metteremo a disposizione di tutti i prodotti disinfettanti”.
Anche bar e ristoranti aperti dallo scorso 11 maggio hanno apportato numerosi cambiamenti ai loro ambienti e alle loro abitudini. “Siamo molto motivati e felici che tutto possa rifiorire seguendo tutte le misure necessarie”, commenta Philipp Fallmerayer del Ristorante Brix 0.1 a Bressanone. “Garantiremo una distanza sufficiente tra i tavoli oltre a divisori in plexiglas, distributori di disinfettante e uso di mascherine per il personale”. I ristoratori sono sicuri che continuerà la tendenza ad utilizzare ancora di più i prodotti locali e regionali che permetterà all’Alto Adige di continuare ad essere considerata “come destinazione naturale a lungo termine”, conclude Fallmerayer.
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