Il rischio “alto” che ha fatto finire la Sardegna in zona arancione è proprio legato, tra le altre cose, al superamento della soglia del 30% (di un punto percentuale, 31%) dei posti occupati in terapia intensiva tra l’11 e il 17 gennaio. Ma attualmente, secondo l’ultimo rapporto Agenas, quella percentuale è calata al 24%. Sulla questione dati sono divampate le polemiche politiche. In particolare, si sono chiesti alcuni esponenti dell’opposizione, se l’incremento delle terapie intensive fosse stato comunicato prima sarebbe cambiato qualcosa?
L’assessore della Sanità Mario Nieddu ha già chiarito che “il dato sulle nuove terapie intensive lo abbiamo inviato sabato, quando sono state aperte. Prima non era possibile”. Intanto, le minoranze in Consiglio regionale hanno firmato la richiesta al presidente della commissione Sanità Domenico Gallus per integrare l’ordine del giorno della seduta di domani dedicata all’audizione del commissario straordinario Areus sui servizi attivati durante l’emergenza sanitaria.
“È urgente che l’assessore alla Sanità sia presente alla riunione – scrivono i capigruppo dell’opposizione – in merito ai dati trasmessi dalla Regione alla cabina di regia nazionale e alle disposizioni che hanno portato la Sardegna in zona arancione: parliamo di un tema di estrema importanza per le connessioni con la salute pubblica e con l’economia dei nostri territori. Deve essere affrontato nella sua interezza, con la massima trasparenza e senza alcuna omissione”. Si tratta, infatti, “del tema su cui è più importante la massima chiarezza, anche per poter percorrere tutte le eventuali strade per una rivendicazione precisa a livello nazionale da parte della Sardegna”.
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