Così, in un’intervista al Corriere della Sera, Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, che si dice “né pessimista né allarmista. Semplicemente realista”. “Il governo italiano – sostiene Ricciardi – ha mantenuto un atteggiamento responsabile. Il processo di allentamento va avanti, tranne che nei luoghi critici come quelli del lavoro. Giusto essere meno restrittivi all’aperto, se bar e ristoranti hanno tavoli distanziati si può rinunciare alla certificazione verde. Al chiuso non se ne parla. Mascherina e lasciapassare necessari”.
“Il virus – sottolinea – può sorprendere chiunque e ovunque. Almeno evitiamo le situazioni a rischio. E il consumo di cibi quando si è seduti gomito a gomito è una di quelle”. L’autunno, aggiunge: “Affrontiamolo in sicurezza. Come? Rivaccinare le persone fragili e gli operatori sanitari con la quarta dose. Prepariamoci a una nuova stagione, non necessariamente drammatica, caratterizzata dal ritorno dei virus respiratori fra i quali il Sars-CoV-2. I vaccini hanno un’efficacia straordinaria ma dopo un certo numero di mesi dall’ultima dose l’immunità perde vigore e bisogna rinforzarla. Ricordiamo che chi ha ricevuto il richiamo a ottobre, potrebbe essere presto vulnerabile”.
“Non è uno schema atipico, succede anche per altri vaccini che dopo un po’ debbano essere richiamati – spiega – Gli anti Covid sono molto sicuri, molto efficaci e poco duraturi”. “Se il pubblico mantenesse comportamenti corretti e indossasse mascherine Ffp2 non ci sarebbero problemi – prosegue Ricciardi – Invece ho qualche perplessità sul rispetto delle regole”.
“Manca la percezione che il Covid può essere grave anche nei bambini. A questo si aggiunge l’errata sensazione da parte delle famiglie che il peggio sia passato e allora tanto vale soprassedere. Se la somministrazione delle dosi fosse organizzata nelle scuole, per genitori e figli, come è stato fatto in Puglia con ottimi risultati, credo che anche i riluttanti si convincerebbero di fronte al vantaggio di non dover passare attraverso hub e studi pediatrici”, sottolinea Ricciardi, secondo cui “sta emergendo una diversa versione di Omicron non ancora classificata come materia di preoccupazione da parte degli organismi internazionali. Parliamo sempre di un ceppo sì molto contagioso, ma poco patogeno”.
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