ROMA – Artigiani, micro e piccole imprese confermano il ruolo trainante per il mondo del lavoro in Italia. Nel primo semestre di quest’anno hanno registrato una crescita, continua e solida, dell’occupazione pari a circa il 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. Con una differenza da non sottovalutare: nei primi sei mesi dell’anno scorso la crescita dell’occupazione era stata alimentata dalla sostanziosa decontribuzione riconosciuta alle imprese per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, poi fortemente ridimensionata nel 2016.
Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione in un campione di 20.500 imprese artigiane, micro e piccole con oltre 120mila dipendenti.
Dall’analisi emerge che il risultato positivo è stato garantito soprattutto dalla stabilità registrata all’interno delle imprese di piccole dimensioni. L’Osservatorio segnala infatti che nei primi sei mesi del 2016 il turn over della forza lavoro delle micro e piccole imprese si è fortemente ridotto rispetto allo stesso periodo del 2015. Se, da un lato, c’è il calo delle assunzioni a tempo indeterminato, che le imprese avevano realizzato soprattutto nel 2015 usando gli incentivi governativi (nel primo semestre 2016 sono diminuite del 9,3% rispetto al primo semestre 2015), dall’altro calano anche le cessazioni (che sono crollate nello stesso periodo del 13,7%), a dimostrazione che la base occupazionale si è stabilizzata in presenza di una fase congiunturale finalmente positiva.
E’ un importante messaggio di fiducia: in presenza di una fase congiunturale anche solo moderatamente espansiva, artigiani, micro e piccole imprese evitano tagli all’organico.
Nella tipologia di imprese in esame, la crescita dell’occupazione rispetto a dicembre 2014, quando entrarono in vigore gli sgravi contributivi sulle assunzioni a tempo indeterminato, è stata pari al 6,34%. Sempre in questo perimetro imprenditoriale il contratto a tempo indeterminato si è rivelato, e di gran lunga, quello preferito (77,8%) a dimostrazione del valore, sociale oltre che economico, attribuito alla stabilità e alla sicurezza del posto di lavoro da artigiani, micro e piccole imprese.