Politica

Crimi conferma: “Il MoVimento 5 Stelle vuole abolire l’ordine dei giornalisti. Ma sono anni che lo diciamo”

ROMA – Vito Crimi, sottosegretario all’editoria, conferma che il MoVimento 5 Stelle vuole abolire l’Ordine dei Giornalisti. E, per farlo, usa toni sarcastici:

“Ero certo – si legge in un post pubblicato sul Blog delle Stelle – che le 300.000 persone scese in piazza nel 2008 per invocare l’abolizione dell’Ordine fossero passate inosservate… e pensavo che nessuno si fosse accorto, l’anno seguente, della nascita di un Movimento sancita proprio su questo tema così complesso e delicato… speravo poi che nessuno ricordasse i miei primi disegni di legge presentati nel 2013, che prevedevano proprio l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, e che il dibattito in Aula nel 2014 durante la legge di riforma delle modalità di sostegno all’editoria fosse caduto nel dimenticatoio.

Ma ieri, finalmente, il mistero è stato svelato. E dopo 10 anni alcuni “giornalisti” (le virgolette non sono casuali) hanno scoperto che sì, forse potrei avere questa idea in testa. Al di là dell’ironia, sono vent’anni che si dibatte della reale utilità dell’Ordine e non si riesce a trovare unanime consenso neanche tra chi ne sostiene il ruolo.

Come ho tenuto a precisare nell’audizione di ieri nella Commissione Cultura della Camera dei Deputati, avrei potuto fare come nel 2013: presentare subito, senza pensarci due volte, una proposta di abolizione dell’Ordine dei Giornalisti. Invece, pensate un po’, ho preferito incontrare prima i nuovi vertici dell’Ordine, ascoltarli e accogliere con favore il loro percorso di autoriforma, in attesa di valutarne la proposta.

Ho comunicato direttamente al Presidente dell’Ordine la mia disponibilità ad aspettare la loro proposta di autoriforma, per comprendere se sarà in grado di rispondere alle tante criticità sollevate sulla necessità che esista un albo dei giornalisti, un organo che possa decidere chi può scrivere notizie e chi no.

Addirittura, si parla di “minacce” da parte mia. Ora manca solo che qualcuno scomodi Putin o qualche troll russo su Twitter, e allora il segretissimo piano di abolizione dell’Ordine dei Giornalisti sarà definitivamente svelato.

Vi svelo un altro segreto: dal primo giorno in cui ho ricevuto le deleghe all’Informazione e all’Editoria, il mio ufficio ha visto una raffica di appuntamenti e incontri con i giornalisti, piuttosto che con gli editori. Contrariamente a quanto si possa pensare, non sono barricato in un fortino: anzi, la mia porta è sempre aperta per ascoltare rilievi e preoccupazioni, condividere problemi, cercare soluzioni e camminare insieme verso le necessarie riforme che l’editoria attende da tempo, oramai non più procrastinabili. Il mio lavoro è questo: ascoltare, confrontarmi e prendere di conseguenza decisioni politiche. E non posso far altro che ringraziare tutti i giornalisti che mi hanno sempre parlato con franchezza, offrendomi consigli, suggerimenti e rivolgendomi anche critiche serrate.

È curioso: Crimi, quello che viene indicato come “nemico” dell’informazione, in realtà è sempre al fianco della libertà di stampa per avviare quelle riforme che non sono mai state realizzate. Crimi, quello che viene indicato come “nemico” dei giornalisti, si batte per riconoscere loro compensi degni e dignità alla professione, per la tutela delle fonti, per la difesa dalle diffamazioni temerarie e tanto altro.

Cari “giornalisti”, spero vi rendiate conto che è proprio questo vostro atteggiamento ad essere corresponsabile della profonda crisi dell’informazione tradizionale, a beneficio di un’informazione libera e condivisa, senza filtri e senza “ordini” di scuderia che impongono chi può e chi non può scrivere o fare informazione.

Come affermava ieri in Aula il collega Alberto Bagnai, il pluralismo dell’informazione si realizza quando chi fa informazione garantisce la pluralità delle opinioni, e non è sufficiente che ci sia una pluralità di soggetti se questi poi danno voce a un pensiero unico perché si possa definire pluralismo.

A chi ancora difende l’attuale Ordine dei Giornalisti, definendolo l’unico presidio a tutela della loro libertà, ricordo solo che l’Ordine esiste dal 1925 e che con l’Ordine vigente ci ritroviamo oppressi dal precariato nel giornalismo e senza alcuna tutela per chi svolge il lavoro di giornalista.

Non servono proclami: difenderò sempre i giornalisti, la libertà di raccontare le notizie e la verità, il diritto ad avere un lavoro dignitosamente retribuito, il riconoscimento delle dovute tutele. Difenderò tutto questo con atti legislativi e provvedimenti concreti. Ma, per favore, non chiedetemi di difendere l’Ordine dei Giornalisti”.

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Redazione L'Opinionista

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