Oltre 7 su 10, inoltre, sono i lavoratori che hanno preso almeno un giorno di malattia nel corso della propria carriera a causa dell’insonnia. Sembra, insomma, che si stia verificando una vera e propria “crisi mondiale del sonno”. Basti pensare che, tra la popolazione intervistata nell’edizione immediatamente precedente del sondaggio (quella del 2024, con 36mila persone interpellate), poco più di uno su 10 aveva riferito di dormire bene tutte le notti. Proprio per sottolineare l’importanza del riposo notturno per il benessere psico-fisico il 14 marzo ricorre la Giornata Mondiale del Sonno, il momento ideale per analizzare questi disturbi sempre più comuni.
“Il problema fondamentale può essere legato, a volte, a difficoltà di addormentamento, altre volte a frequenti risvegli con una qualità del sonno globalmente insoddisfacente. La perdita del ritmo dei regolari cicli del sonno, che devono ripetersi regolarmente ogni notte, è responsabile del malessere, della ridotta performance cerebrale e fisica, conseguenza di un vero e proprio impoverimento dei neuroni di zone del cervello connesse soprattutto con la memoria e l’apprendimento. La mancanza di un sonno soddisfacente nei ragazzi in età scolare è responsabile di buona parte dei problemi di apprendimento” afferma la Dott.ssa Simonetta Marucci, Specialista in Endocrinologia.
Dalla survey emerge ancora come le principali cause dell’insonnia siano lo stress (57%), l’ansia (46%) e i problemi finanziari ed economici (31%). Nel 2024, inoltre, oltre la metà degli intervistati aveva riferito di utilizzare un dispositivo digitale prima di andare a letto, con lo scopo di “scrollare” i social media, guardare la TV o aggiornarsi sulle notizie.
I disturbi, comunque, continuano anche dopo essere riusciti ad addormentarsi: oltre 3 intervistati su 10 hanno infatti riferito di risvegliarsi costantemente nel corso della notte. Un ulteriore fattore di disturbo sembra essere, per le donne, la menopausa o la perimenopausa: il 44% di chi si trova in questa condizione soffre di disturbi del sonno.
“Il ricorso a terapie con psicofarmaci è sconsigliabile, poiché non ripristina la regolare fisiologia del sonno. Sul mercato sono disponibili diversi integratori alimentari, come ad esempio Exocomplex Riposo, e rimedi naturali che agiscono sul sonno in modo fisiologico. Tra questi i fiori di Bach o, ancora, la Melatonina omeopatica (da preferire a quella in dose farmacologica, poiché rispettosa dei meccanismi fisiologici) utile per ridare un input al ritmo sonno-veglia” continua la Dott.ssa Marucci.
Proprio a proposito di un buon ritmo sonno-veglia, la ricerca ha evidenziato anche gli aspetti positivi di un riposo di qualità: in particolare i tre principali benefici riscontrati dopo una notte di buon sonno sono stati il miglioramento dell’umore (42%), l’aumento della concentrazione (41%) e una migliore salute mentale e fisica (37%). Ma non è tutto: quasi 9 intervistati su 10 riconoscono che un buon sonno apporta loro benefici psico-fisici di vario genere, mentre quasi 4 su 10 concordano sul fatto che consenta di essere più produttivi anche sul lavoro.
Se questi sono i dati e se è vero che la società odierna impone dei ritmi spesso lontani da un equilibrio ideale, come si può riuscire a dormire meglio vista l’impossibilità di agire su fattori esterni?
Ecco i 10 consigli individuati dagli esperti di Guna, azienda farmaceutica specializzata in farmaci low dose e integratori alimentari:
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