Musica

“Croci”, il nuovo singolo di Sethu con la partecipazione di Sally Cruz

MILANO – Esce venerdì 12 luglio “Croci”, il nuovo singolo di Sethu con la partecipazione di Sally Cruz, una tra le più promettenti artiste emergenti della scena urban, tra i nuovi volti di Spotify Radar 2024. Il brano, prodotto da Jiz – già produttore per Sethu di tutto l’album “tutti i colori del buio” – e pubblicato da Carosello Records, racconta la difficoltà nel seppellire i ricordi di una storia d’amore giunta al termine tra attacchi di panico e momenti di smarrimento. “Croci”, infatti, mostra un’ulteriore sfumatura del buio interiore che Sethu ha condiviso nel suo primo disco. La voce graffiante di Sally Cruz si incastona perfettamente nel brano per dare voce a questo dolore e si sposa perfettamente con l’immaginario dark, a tratti nichilista, di Sethu.

L’artista racconta così il nuovo brano e la collaborazione con Sally Cruz: «”Croci” è un pezzo che parla di quanto sia difficile andare avanti nonostante una relazione sia finita. Finire una storia spesso equivale quasi a “seppellire” tutti i ricordi che hai con una persona, da qui nasce proprio l’idea del titolo. Ho scritto il pezzo con mio fratello gemello Jiz in studio e fin dalle primissime demo Sally sembrava essere la persona perfetta da coinvolgere su questo brano. Penso che la sua cifra stilistica, l’incisività emotiva e la sinergia che si è creata siano un gran valore aggiunto al pezzo, sono molto contento di questa collaborazione». Il singolo “Croci” entra a far parte della tracklist di “tutti i colori del buio”, il primo album di Sethu pubblicato da Carosello Records lo scorso 17 maggio.

La tematica della salute mentale è uno degli argomenti centrali di tutta la recente produzione artistica di Sethu, il quale si è espresso molto apertamente sul proprio percorso di terapia e sull’importanza di prendersi cura tanto del proprio benessere fisico quanto mentale, come ribadito anche durante la sua partecipazione all’evento finale del Milano Pride: «Avevo dieci anni quando sono andato in terapia per la prima volta. Mi sentivo un alieno, diverso e incompreso dal mondo che mi circondava a causa del buio che avevo dentro. Ho capito così l’importanza della condivisione, del prendersi cura di sé e di quelle ferite che non sono visibili agli occhi. Ho imparato a conoscere le tante sfumature del mio buio e che non esiste alcuna causa persa, se non quella che abbandoni. […] Per chiunque si trovi in un momento di difficoltà, non c’è vergogna nel chiedere aiuto. I pregiudizi spesso ci fanno pensare che non c’è qualcuno qua fuori pronto a tenderci una mano. Dimostriamo il contrario».

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Redazione L'Opinionista

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