“C’è il rischio che altre parti del ponte possano crollare, per questo motivo abbiamo sfollato le persone da tutti gli edifici circostanti”, ha detto uno dei soccorritori al lavoro nei pressi del ponte crollato. “Al momento del crollo transitavano 30-35 autovetture e tre mezzi pesanti”, ha detto il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli.
Per la Protezione civile “ora la priorità è cercare le eventuali persone che ancora sono sotto le macerie, ma subito dopo inizierà un’altra fase molto critica che è quella di rimuovere questa diga artificiale che si è creata nel torrente Polcevera, e che rappresenta un pericolo concreto per la città”.
Il direttore generale del Dipartimento, Agostino Miozzo, chiarisce che “i detriti vanno rimossi nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi, perché se dovessero arrivare delle precipitazioni importanti, che in questa zona non mancano, ci potrebbero essere rischi per la popolazione”.
Sono in totale 440 le persone costrette a lasciare la propria abitazione a seguito del crollo. Il numero potrebbe aumentare poiché sono ancora in corso le valutazioni sugli sgomberi. Lo rende noto il Comune di Genova. La Protezione Civile comunale ha provveduto finora a far evacuare 11 palazzi e la situazione è sotto monitoraggio costante.
“Tutto il ponte Morandi andrà demolito con gravi ripercussioni al traffico e problemi per i cittadini e le aziende”, ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi ieri pomeriggio a Genova nella sede della Protezione civile. “Un ponte del genere non crolla né per un fulmine, né per un temporale, vanno trovati i colpevoli”, ha aggiunto Rixi.
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