Economia

Cura Italia, Castelli su liquidità imprese e reddito di emergenza

ROMA – “Il Decreto Cura Italia è una prima misura, serviva per intervenire immediatamente in una situazione di emergenza, e lo abbiamo fatto su alcuni capi saldi. Il primo riguardo la sanità, dove abbiamo previsto l’assunzione di medici, infermieri e di personale tecnico e di biologi. In questi anni in cui noi siamo al Governo abbiamo sempre aggiunto fondi alla sanità, purtroppo nei dieci anni precedenti erano stati tagliati. Ma siamo in una situazione in cui servivano molte più risorse, e le abbiamo messe. Abbiamo stanziato più soldi per la Protezione Civile, che sta gestendo l’emergenza ed a cui va tutto il nostro supporto. Ed abbiamo inserito alcune norme relative alla produzione di materiale sanitario, per fare anche in modo che la burocrazia non rallentasse la produzione. E poi c’è la parte del lavoro e quella per garantire liquidità alle imprese. L’idea è che nessuno debba perdere il proprio lavoro per colpa del coronavirus. Per questo abbiamo messo a disposizione risorse per la Cassa Integrazione, così l’impresa, in questo momento di stop, potrà riprogrammare senza lasciare a casa i lavoratori. Ed abbiamo previsto una serie di altre misure per i lavoratori atipici, le partite iva, gli stagionali”.

Lo ha detto il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, durante una diretta Facebook con il Deputato Questore Francesco D’Uva. Di seguito altri interventi all’interno della giornata su sostegno a credito e altri temi.

“Il sostegno al credito è vitale per imprenditori. Con i primi provvedimenti abbiamo spinto ancora di più i Fondi di Garanzia per le piccole e medie imprese. Sono le risorse attraverso le quali gli imprenditori e gli autonomi, recandosi in banca, possono chiedere della liquidità garantita dallo Stato. È una modalità che funziona in tutta Europa. Con il Cura Italia abbiamo potenziato anche gli strumenti di moratoria. Fino al 30 settembre le persone che hanno prestiti, mutui, fidi bancari, leasing, possono sospendere le rate. Non è una richiesta che va fatta, è scritto nero su bianco ed è applicabile subito. Questo si aggiunge alle sospensioni fiscali e previdenziali, a partire dalle aree maggiormente colpite e dalle società come di 2 milioni di fatturato”.

“È innegabile che le regole che ci siamo dati ormai tanto tempo fa, nei Trattati, non si sono mai potute rivedere come il MoVimento 5 Stelle ha sempre chiesto. Abbiamo sempre chiesto che venissero rivisti dei parametri. C’è una cosa importante, nei Trattati c’è scritto che le politiche economiche devono essere anti-cicliche. Vuol dire che i Paesi che soffrono di più ed hanno problemi di crescita devono essere sostenuti dall’Unione Europea. Questa regola, di fatto, non è mai stata attuata. E tante volte, in Europa, abbiamo litigato perché spesso maggiori risorse andavano a chi non ne aveva bisogno. Si pensi al tema dell’immigrazione. Adesso stiamo affrontando questo discorso, perché nessuno può essere escluso in questo momento da una politica dei ricostruzione dei Paesi Europei. Tutti siamo coinvolti.

Come Italia non possiamo accettare strumenti europei di sostegno al finanziamento delle politiche che ci servono per affrontare questi mesi e far ripartire l’economia che abbiamo dovuto frenare per questioni sanitarie, pensando che possano continuare a valere le vecchie regole. Non vorrei che qualcuno tra un paio di anni, in Europa, alza la mano e dice “adesso applichiamo le vecchie regole”.

È come se domani ti compri una casa, fai un mutuo di 20 anni, e la Banca dopo due anni ti dice “no, scusa, devi darmi tutto adesso. Dobbiamo essere in grado di farci garantire uno strumento unico per sostenere l’economia che va fatta ripartire, e dall’altra parte essere sicuri che qualcuno non si svegli tra un paio d’anni per dirci che il nostro debito è molto alto. Il Coronavirus non ce lo siamo inventati noi, è arrivato in tutto il Mondo.  Per questo dobbiamo cambiare queste regole”.

“Esiste un pezzo di questo Paese che è rimasto nell’ombra, a cui oggi dobbiamo guardare. A questo pezzo di Paese dobbiamo allungare la mano e dire di non preoccuparsi, perché c’è lo Stato presente. In questa situazione di emergenza noi ci siamo. Purtroppo c’è chi si trova in situazioni particolari e forse, anche per paura di controlli, non ha chiesto il Reddito di Cittadinanza. Nel Decreto di aprile allargheremo le forme di aiuti previste per l’emergenza anche a chi si trova in una situazione di indigenza. Stiamo ragionando di ampliare il contributo di 600 euro. Non vogliamo che scoppi il panico, per questo stiamo lavorando al Reddito di Emergenza”.

E poi, riferendosi agli aiuti tramite i servizi sociali dei Comuni, ha aggiunto ”qualche giorno fa, come MoVimento 5 Stelle, in una riunione di maggioranza, abbiamo raccontato al Presidente Conte il sistema delle reti di solidarietà territoriale. Un sistema che mette assieme assistenti sociali, protezione civile e terzo settore. Sono realtà che lavorano assieme per raccogliere le esigenze dei cittadini in difficoltà. Con questo modello si possono evitare rabbia, sconforto, malessere e preoccupazione. Abbiamo fatto due cose, abbiamo anticipato da maggio a marzo il Fondo di Solidarietà Comunale, che è legato all’attività ordinaria dei Comuni. E in più abbiamo aggiunto 400 milioni per far attivare, ai Comuni, queste reti territoriali di solidarietà”.

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