Cultura

Novi Ligure, presentazione di Da Molare al Vajont – Storie di dighe

Dighe: dal Vajont al resto d’Italia, come costruirle e gestirle per essere al sicuro? Se ne parla a Novi Ligure il 23 gennaio

NOVI LIGURE (AL) – Il 23 gennaio 2020, alle 18 presso la Galleria “Pagetto Arte” di via Girardengo a Novi Ligure verrà presentato il libro “Da Molare al Vajont – Storie di dighe”di Giorgio Temporelli.

Quando si parla di incidenti associati alle dighe, la me­moria collettiva torna al Vajont, a quei tragici accadimenti che il 9 ottobre 1963 provocarono, in pochi minuti, la morte di circa 2000 persone nonché ingenti danni materiali.

Catastrofi similari, forse meno note, sono accadute in altri luoghi e in altri tempi, provocando l’allagamento dei terri­tori a valle degli sbarramenti e perdite di vite umane.

Limi­tandoci all’Italia e al territorio prossimo ai suoi confini, pos­siamo citare i disastri del Gleno (Bergamo, 1923), di Molare (Alessandria, 1935), di Fréjus (Costa Azzurra, 1959) e della Val di Stava (Trento, 1985).

Il presente libro per la prima volta riunisce tutti questi accadimenti. Il lavoro, frutto di indagini bibliografi­che e di inchieste sul campo, presso le località oggetto della trattazione, contiene, oltre alla cronistoria degli eventi, note sull’impatto ambientale, sulla progettazione, la messa in opera e la corretta gestione delle diverse tipologie di diga.

In appendice è presente uno spazio dedicato agli incontri con alcuni superstiti e sopravvissuti del Vajont: una testimonian­za umana preziosa, che in qualche modo controbilancia gli approfondimenti tecnici presenti nel libro. L’intento dell’opera è fornire un’analisi oggettiva delle cau­se che hanno determinato i vari incidenti. Le dighe consentono alla comunità di disporre di un’impor­tante riserva di acqua potabile e di energia, ma come tutti gli impianti tecnologici possono rappresentare un fattore di rischio.

Da un esame approfondito degli argomenti trattati si evince che la natura non è stata la principale attrice. Gli eventi alluvionali che hanno accompagnato la maggior parte di questi episodi non bastano, da soli, a giustificare quanto accaduto. Spesso l’acqua è solo apparentemente colpevole: le vere cause sono da ricercarsi nella superficialità, negli interessi, nell’incapacità o cattiva volontà da parte dell’uomo di inter­pretare i segnali della natura.

Ci auguriamo che la storia dei passati errori possa essere utilizzata come uno strumento di conoscenza per evitare di commetterne in futuro.

Condividi
Pubblicato da
Marina Denegri
Argomenti: libri

L'Opinionista® © 2008-2024 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network - Notizie del giorno - Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube