“L’escalation in atto mette a serio rischio il normale andamento degli scambi di prodotti agroalimentari sui mercati a livello mondiale – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. – Al di là degli effetti di breve periodo, le guerre commerciali non giovano a nessuno”.
Secondo le stime dell’Usda, il ministero Usa dell’Agricoltura, per effetto dei dazi cinesi, il reddito dei produttori di seminativi potrebbe ridursi del 20 per cento. “Occorre anche considerare – aggiunge Giansanti – che i dazi straordinari fanno salire l’instabilità sui mercati, perché vengono amplificate le reazioni rispetto all’andamento dei raccolti”.
Confagricoltura prende ad esempio il caso della soia. “In Brasile – spiega il presidente – è prevista una produzione abbondante nell’ordine di 115 milioni di tonnellate, in grado di soddisfare la maggiore domanda dalla Cina. Di converso, a causa di una prolungata siccità, l’Argentina, terzo produttore al mondo, dovrà importare circa 5 milioni di tonnellate di soia per soddisfare la domanda degli impianti di triturazione”.
“In più – conclude Giansanti – siamo preoccupati per il fatto che, in passato, gli strumenti della politica agricola comune si sono rivelati inadeguati a prevenire e gestire le gravi crisi di mercato. Basti pensare alle conseguenze del blocco delle importazioni deciso dalla Federazione Russa”.
Nei giorni scorsi, i leader delle le principali organizzazioni degli agricoltori americani hanno inviato una lettera al presidente Donald Trump e al Congresso per chiedere la sospensione delle guerre commerciali e di riportare le trattative nella sede dell’Organizzazione mondiale del commercio.
“Auspichiamo che la richiesta venga accolta”, ha concluso Giansanti.
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