Ecco perché salutiamo con favore il via libera da parte del Senato al ddl 1261-B, concernente disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del cyberbullismo. Condividiamo l’ottica “educativa” che anima il testo approvato, in quanto trattasi di una normativa rivolta principalmente a vittime e persecutori in età minorile e, in particolare, adolescenziale. Infatti, un approccio legato esclusivamente all’inasprimento di eventuali pene, senza strumenti concreti utili a prevenire e contrastare il fenomeno alla base, sarebbe stato poco lungimirante. Il “bullo” deve sapere che certi comportamenti costituiscono reato, mentre gli adolescenti che navigano in Internet e utilizzano i social network devono conoscere i propri diritti e come poterli prontamente tutelare.
Per fare questo, e per combattere culturalmente il fenomeno, ovviamente, non basta una legge, ma vanno coinvolte le giuste realtà socio-educative che nelle scuole e sul territorio lavorano quotidianamente a sostegno dei giovani e dei più fragili. A tal proposito, ben venga l’istituzione di un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, a patto che la selezione e la gestione dei componenti e delle associazioni che ne faranno parte sia trasparente, equa ed efficace, senza finire per burocratizzare il fenomeno. Infine, circa la realizzazione di campagne d’informazione e prevenzione e di progetti di contrasto al cyberbullismo da realizzare nelle scuole previsti nel ddl, ancora una volta segnaliamo la necessità di introdurre la figura dello Psicologo Scolastico nell’organico delle scuole di ciascun ordine e grado, quale professionalità capace di offrire un servizio stabile di attenzione ai bisogni emotivi, psicologici e relazionali dei minori. Troppo spesso, i progetti sono solo delle iniziative spot, deboli e discontinue, che non offrono risposte concrete a fenomeni di disagio così gravi come il cyberbullismo. Per tutelare il bene più prezioso, i bambini e gli adolescenti, ci vogliono investimenti economici stabili e le giuste professionalità».
Lo afferma Maria Teresa Bellucci (foto), Presidente Nazionale del Modavi Onlus – Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano.
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