ROMA – “Scene come quelle accadute alla stazione Termini qualche giorno fa, in carcere si verificano con frequenza quasi giornaliera. Sono state 397, ben più di due al giorno, nei primi sei mesi dell’anno le aggressioni perpetrate da detenuti ai danni di appartenenti alla Polizia penitenziaria. Aggressioni che molto spesso avvengono con armi rudimentali, ma non meno letali. Senza contare che la Polizia penitenziaria, all’interno delle carceri, oltre a essere mal equipaggiata e in fortissimo sottodimensionamento organico, opera per legge completamente disarmata e senza alcun dispositivo di dissuasione o protezione. Non sono più rinviabili tangibili interventi del Governo per contenere i crescenti attacchi alle Forze dell’Ordine”. Questa la riflessione che affida a una nota Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
De Fazio spiega: “Quanto accaduto in via Marsala ha destato molto clamore nel dibattito pubblico e se non è arrivato ad ancora più gravi conseguenze lo si deve esclusivamente al coraggio, alla capacità operativa, alla freddezza e alla lucidità che hanno dimostrato i colleghi della Polizia di Stato intervenuti, cui va l’ammirazione e la solidarietà della UILPA Polizia Penitenziaria. Ma episodi di aggressione allo Stato come quelli, perché di questo si tratta, nel chiuso delle carceri e al riparo da obiettivi di fotocamere e smartphone avvengono ogni giorno e, come nel caso del malcapitato collega della Polizia di Stato, anche gli appartenenti alla Polizia penitenziaria vengono indagati dalla magistratura e, talvolta, subiscono pure la beffa del Ministero della Giustizia che si costituisce parte civile contro di loro”.
“Servono dunque immediati interventi da parte del Governo – prosegue il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – che da un lato inaspriscano le pene, rendendole anche certe e immediate, per coloro che aggrediscano le Forze dell’Ordine e dall’altro, per la Polizia penitenziaria, consentano cospicui rinforzi all’organico e il potenziamento di equipaggiamenti e di moderne strumentazioni tecnologiche. Fra queste, non ultima la dotazione di body-cam per riprendere gli interventi operativi e documentare per intero quanto avviene e non solo, come tal volta accade, i momenti finali captati da circuiti di videosorveglianza fissi”.
“Al Ministero della Giustizia, invece, chiediamo nuovamente l’immediata revisione del modello custodiale e di gestione dei detenuti con patologie psichiatriche, nonché di costituirsi parte civile nei procedimenti penali a carico di detenuti che aggrediscano la Polizia penitenziaria. Sarebbe grave e politicamente imperdonabile – conclude il Segretario della Uilpa PP – alimentare la demotivazione, la paura di poter intervenire e persino la disaffezione nelle donne e negli uomini in divisa posti a presidio della libertà delle istituzioni democratiche e della sicurezza dei cittadini”.