De Gregori: “L’adattamento di ‘Vincent’? Non avevo capito che si riferisse a Van Gogh”

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foto di Daniele Barraco

ROMA – “Vuoi sapere perché vengo qua? Perché si suona”, così Francesco De Gregori a Radio2 Social Club, in onda domani su Rai2 dalle 8.45. Tra grande musica dal vivo, aneddoti e risate, il cantautore si è raccontato ai microfoni di Luca Barbarossa e Andrea Perroni, dai primi anni come ragazzo di bottega nella “It” di Francesco Micocci, ad oggi: “Ti parlo degli anni ’70, avevo ritagliato una delle rare foto di De André che era ancora sconosciuto e la portavo dal barbiere per farmi fare i capelli come i suoi. Io avevo i boccoli, allora con il phon me li facevo stirare ma duravano mezz’ora”, ha rivelato De Gregori. E a proposito di De André ha raccontato: “Mi impose di cantargli la parodia che avevo scritto della ‘Guerra di Piero’, io ero agitato, lui si divertì molto, quindi o faceva finta o era un uomo realmente spiritoso”.

Dopo un emozionante duetto live con Luca Barbarossa sulle note di “Come un anno fa”/“Vincent”, ha spiegato a proposito del brano: “Ero un ragazzino di bottega in una piccola etichetta e Micocci mi chiese di tradurre questo bellissimo pezzo inglese, ‘Vincent’, solo che non mi curai minimamente del testo originale e nemmeno capii che era riferito a Van Gogh. Allora non sapevo che l’avrebbe cantata Little Tony ma lui fu molto carino invitandomi a sentire l’incisione del pezzo in studio. C’era suo fratello Enrico al mixer con accanto una radiolina che avrebbe dovuto insospettirmi. Quando la Roma segnò Tony si strappò le cuffie esultando, tutto questo nel clima di questa interpretazione molto romantica e soft”.

De Gregori ha quindi ripercorso incontri e collaborazioni che hanno segnato la sua lunga carriera, a partire da quello con Antonello Venditti: “Fare più di 100 concerti insieme ha corroborato un’amicizia che non poteva mai interrompersi, visto che siamo nati nella stessa incubatrice, negli stessi anni… Eravamo come una cucciolata, questi ragazzini della scuola romana. Poi negli anni abbiamo preso strade differenti, ma lavorando insieme ho riscoperto tante doti umane, intellettuali e artistiche… Ne siamo usciti ancora più amici di quando la tournée era cominciata”.

“È un grande pianista e ho capito questa cosa nei 10 anni in cui ci siamo frequentati, era normale che due persone che amano la musica si mettessero a fare qualcosa insieme”, ha detto a proposito del suo ultimo lavoro con Checco Zalone. “Il disco si chiama ‘Pastiche’ perché è un insieme di segmenti messi dentro un po’ a caso, tutto mischiato senza troppo rispetto per qualsiasi tipo di coerenza”. Infine, un commosso ricordo di Giovanna Marini: “Era una donna libera”, ha detto De Gregori, “ha accettato di fare con me il disco ‘Il fischio del vapore’ e accolto la sfida di cantare canzoni popolari arrangiate da una rock band, per la sua grande curiosità di musicista e il suo non avere pregiudizi, schemi o protocolli”.