Lo straordinario successo dei vari Iron Man, The Avengers e X-Men non ha impedito alla Marvel di introdurre sangue, sesso e irriverenza in Deadpool, l’attesa trasposizione cinematografica del fumetto creato da Fabian Nicieza e Rob Liefeld nel 1991. Diretto dall’esperto di effetti speciali Tim Miller e interpretato da Ryan Reynolds, Morena Baccarin, Ed Skrein e Brianna Hildebrand, Deadpool racconta la storia di Wade Wilson (Ryan Reynolds), un ex agente delle forze speciali che sbarca il lunario facendo il mercenario per poche centinaia di dollari.
L’amore per Vanessa (Morena Baccarin) gli fa mettere la testa a posto, ma il cancro lo costringe ad accettare il suo imminente e tragico destino da solo. Viene contattato così da Ajax (Ed Skrein), un misterioso dottore che, per sconfiggere la malattia, gli propone di risvegliare i suoi geni mutanti. L’operazione va nel peggiore dei modi e Wade, sfigurato ma dotato di super poteri, si ribattezza Deadpool per compiere la sua vendetta. Nel frattempo Colossus e Testata Mutante Negasonica (Brianna Hildebrand) cercano di convincerlo a entrare negli X Men per utilizzare le sue capacità in modi più proficui per l’umanità.
Deadpool è arrivato sul grande schermo per una serie di circostanze fortunate. Non è un mistero infatti che la Fox non volesse dare il via libera al progetto di Miller perché troppo rischioso e poco convenzionale. Eppure il successo del video-test diffuso illegalmente in rete nel 2014 convinse i produttori a dare una chance a Miller. Eccoci così, due anni dopo, pronti a recensire il cinecomic più irriverente, folle e sopra le righe della storia del cinema.
Dimenticate il personaggio interpretato da Reynolds nel terribile X-Men Origins: Wolverine, perché questa versione di Deadpool è tutta un’altra cosa. Innanzitutto il film viene introdotto da una delle migliori sequenze di azione tutti i tempi. La spettacolarità degli effetti speciali, la violenza delle sparatorie e l’umorismo scorretto dell’antieroe emozionano, divertono e intrattengono come pochi film dello stesso genere sono riusciti a fare; un genere di cinecomic inaugurato dai due Kick Ass prodotti dalla Marv Films di Matthew Vaughn e aggiornato da Miller in un’opera che, sin dagli esilaranti titoli di testa, si prende poco sul serio.
Il supereroe con la calzamaglia rossa, come nel fumetto, rompe la quarta parete parlando più volte con il pubblico, facendosi beffe degli altri prodotti Marvel e ironizzando sullo stesso Reynolds che deluse il pubblico e la critica mondiali nel Lanterna Verde di Martin Campbell. Eppure qui il protagonista di Blade: Trinity, tra scene di sesso, nudi integrali, innumerevoli momenti action e tanta auto-ironia, riconquista la fiducia degli amanti dei cinecomics con un antieroe diverso da tutti gli altri. Tra gli altri pregi di Deadpool c’è la colonna sonora che, sulla scia dei Guardiani della Galassia, ripesca hit del passato che rendono il ritmo del film dinamico e trascinante e i titoli di coda che divertono con uno humour follemente sopra le righe. Deadpool, rompendo lo schema del cinecomic classico, apre così una parentesi inedita per l’universo Marvel che sicuramente utilizzerà ancora l’arma dell’irriverenza per conquistare il pubblico mondiale.
Carlo Andriani – Fonte News Cinema