ROMA – “Si sblocchino, senza ulteriore indugio, i trasferimenti alle attività produttive ubicate nei comuni delle aree interne!”. A chiederlo è la CNA, che si appella al Governo affinché i tanti artigiani e le numerosissime piccole imprese che animano borghi e cittadine delle aree periferiche italiane possano accedere alle misure di sostegno economico – pari a 210 milioni di euro – finanziate attraverso le risorse del fondo istituito con la Legge di Bilancio per il 2018 e incrementato in estate con il Decreto Rilancio.
“Senza decreto attuativo – prosegue il comunicato della CNA – la strategia nazionale per l’incentivazione delle aree interne rimarrebbe sulla carta. Si dia dunque il via libera ai contributi a fondo perduto per gli investimenti in beni strumentali e alle agevolazioni per l’innovazione di prodotto e processo. Peraltro, il ritardo nell’adozione del decreto espone le risorse stanziate per il 2020 al pericolo del mancato utilizzo, tenuto conto della impossibilità per moltissimi comuni di predisporre entro la fine dell’anno i relativi bandi”.
“È tempo di definire interventi per lo sviluppo – conclude la nota della CNA – in grado di ricucire un tessuto produttivo lacerato. L’occasione non va sprecata se si intende avviare un reale percorso di superamento delle fratture territoriali, causa di impoverimento e spopolamento nelle aree più fragili del nostro Paese, che, specie in questo particolare frangente di forte arretramento dell’economia, rischiano di vedere approfonditi i divari socio-economici”.