Decreto Sostegni, Confagricoltura su ristoro, semplificazione e rilancio

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ROMA – “Il decreto sostegni impegna 32 miliardi di euro derivanti dall’ulteriore scostamento di bilancio approvato a gennaio e si pone l’obiettivo di contrastare gli effetti della crisi con misure che impatteranno anche sul comparto agricolo e per questo ringraziamo il Ministro Patuanelli e il Governo”.

Così ha premesso Annamaria Barrile, direttore delle Relazioni Istituzionali di Confagricoltura, all’audizione in Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato nell’ambito dell’esame del Decreto Sostegni.

“La consapevolezza però della limitatezza delle risorse disponibili, a fronte della vastità della platea di imprese e famiglie in difficoltà, deve imporre una riflessione in vista del prossimo scostamento di bilancio e delle misure che verranno adottate, in particolare – ha affermato Barrile – sulla necessità che il PNRR sia l’occasione per definire linee strategiche, anche per il comparto agroalimentare, che portino alla ripresa e a una crescita sostenuta, in grado di trainare il Paese fuori dalla crisi e ripianare l’ingente debito pubblico accumulato”.

Per questo Confagricoltura propone non solo alcune correzioni al decreto-legge, ma anche alcune nuove disposizioni che, con misure di semplificazione e interventi per l’accesso al credito, sostengano il sistema delle imprese agricole in una chiave di rilancio e non solo di ristoro.

Confagricoltura ha segnalato quindi la necessità di chiarire che per le attività connesse la perdita di fatturato sia calcolata sul fatturato dell’attività collegata, al fine di una corretta valutazione delle perdite degli agriturismi, particolarmente impattati dalle misure restrittive in corso.

“Importante per il sostegno alla tenuta occupazionale delle nostre imprese – ha detto Barrile – è poi la concessione di ulteriori periodi di trattamento di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) e l’esonero, anche per il mese di gennaio 2021, dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL), per la quota a carico dei datori di lavoro, per le aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per gli imprenditori agricoli professionali e ai coltivatori diretti”.

Significativo è l’incremento, per il 2021, di 150 milioni di euro il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, che arriva quindi a 300 milioni di euro di dotazione, ma – rimarca Confagricoltura – mancano ancora i decreti attuativi per rendere disponibili le risorse.

E’ necessaria una profonda semplificazione burocratica, che alleggerisca il più possibile imprese e cittadini da oneri documentali e identifichino meccanismi di sostegno rapidi e, ove possibile, automatici.

Analogamente Confagricoltura propone di prevedere la bancabilità per i crediti d’imposta, in particolare quelli derivanti da investimenti nell’ambito delle misure Transizione 4.0, per dare liquidità alle imprese agricole che coraggiosamente hanno investito in beni strumentali innovativi.

“Questo – ha concluso Barrile – incoraggerebbe nuovi investimenti, unico volano possibile di una crescita in linea con gli obiettivi di transizione ecologica che il Paese si è dato e di cui l’agricoltura può essere protagonista”.