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La sottile linea di confine tra l’impalpabilità delle emozioni e l’armonia della natura nella delicatezza espressiva di Kirsten Kohrt

Nel percorso comunicativo di molti artisti il gesto pittorico diviene una vera a propria fusione tra il proprio modo di essere e tutto ciò che dall’osservazione e l’ascolto dell’esterno deriva, trasformando spesso la realizzazione di un dipinto in un vero e proprio percorso di liberazione delle sensazioni che altrimenti rimarrebbero impigliate all’interno di una sensibilità troppo ricca per essere espressa in modo ordinario. Dunque in alcuni casi il processo esecutivo è talmente spontaneo e immediato da non potersi attenere a uno schema o a una premeditazione che diventerebbero solo un limite, una gabbia per la libertà di cui invece questo tipo di creativi hanno bisogno. La protagonista di oggi mostra un approccio completamente privo di qualsiasi regola se non quella di lasciare che le sue emozioni più profonde trovino voce attraverso i colori e la tela, che diviene pertanto estensione del suo sé più intimo.

Nel corso della storia dell’arte i pittori e gli scultori hanno sempre dovuto adeguarsi agli stili in voga nel periodo in cui hanno vissuto, rendendo così l’abilità espressiva e realizzativa della realtà osservata il punto focale della loro carriera; fu solo con l’avvicinarsi del Novecento che molti artisti cominciarono a ribellarsi alle regole accademiche nelle quali non potevano più riconoscersi, soprattutto in una società che stava profondamente, e velocemente, cambiando, e che di fatto escludevano completamente un mondo interiore che invece doveva avere un nuovo spazio. L’esigenza di trovare uno stile artistico conforme a questo loro pensiero si concretizzò nell’Espressionismo, dove ogni perfezione e armonia doveva essere messa in secondo piano rispetto alla liberazione impulsiva di un mondo emotivo troppo ricco per essere trattenuto; dall’aggressività pittorica dei Favues come Maurice de Vlaminck ed Henri Matisse, alla deformità rappresentativa di Edvard Munch e di Egon Schiele, il movimento trovò ampio spazio in un continente, quello europeo, che doveva fare i conti con la perdita di certezze e con le paure generate dalle guerre e dai cambiamenti epocali che si stavano verificando. Un’altra categoria di creativi, nel medesimo contesto, scelse invece di rinunciare completamente alla narrazione del visibile, neanche quando distorto dalle sensazioni, e si distaccò completamente dall’osservato per dare vita all’Astrattismo dove la soggettività e il mondo interiore era addirittura negato, escluso dal gesto plastico che doveva rimanere privo di ogni influenza esterna per mantenere la sua purezza. La distanza dal mondo delle emozioni si fece però ben presto sentire anche tra molti di quegli artisti che volevano proseguire sulla strada dell’astrazione ma non potevano più restare all’interno degli schemi geometrici o della delimitazione dei colori dentro figure che sembravano voler contenere un mondo che invece doveva legarsi solo e unicamente all’impulso e all’istinto. L’Espressionismo Astratto nacque dunque per rivoluzionare il panorama dell’Arte Informale e per sottolineare quanto il gesto pittorico dovesse vivere senza alcun tipo di regola, di linea guida, che non fosse solo e unicamente l’intenzione emozionale dell’esecutore di un’opera. Tra gli aderenti al movimento ve ne furono alcuni che scelsero un approccio più impulsivo e irruento, altri invece che si soffermarono sulla riflessione e sulla calma meditativa, e altri che in qualche modo vollero mantenere un contatto, anche se lieve, con una figurazione più appartenente alla fantasia e all’immaginazione che non alla realtà. L’artista tedesca Kirsten Kohrt pur avvicinandosi all’Espressionismo Astratto per intenzione esecutiva, di fatto rimane libera di spostarsi verso un maggior legame con l’osservato, seppur modificato dal suo apporto interpretativo legato alla percezione e all’empatia attraverso la quale riceve tutto ciò che le ruota intorno, spingendosi talvolta verso la raffigurazione della natura, quel mondo all’interno del quale riesce a trovare una profonda connessione con la sua spiccata sensibilità.

1 Abundance – acrilico, base grafica e vernice su tela, 20×20 cm

La sua ispirazione è proprio quell’incontenibile mondo delle emozioni che tanto ha influito nella sua vita, essendo affetta da una particolare ipersensibilità che la induce spesso a sentire in maniera amplificata sensazioni da cui a volte ha bisogno di sfuggire in particolar modo negli ultimi anni durante i quali può spostarsi solo e unicamente verso paesi in cui si sente sicura e dove la sua delicatezza percettiva si sente protetta permettendole di connettersi con l’ambiente armonico che la circonda.

2 Solarstorm – acrilico riempito, levigato, raschiato con racla su tela 100×80 cm

Ecco perché nell’esecuzione delle sue opere ha deciso di lasciarsi guidare dall’irrazionalità, da un istinto primordiale che si sviluppa e si manifesta solo nel momento dell’azione esecutiva, senza che la mente o la logica abbiano alcun controllo o consapevolezza di ciò che sarà il risultato finale;

in Kirsten Kohrt l’immediatezza dell’Espressionismo Astratto si va a mescolare con l’ascolto poetico e inebriato di quella natura che a volte si svela anche sulla tela mentre altre permane solo nella sua sensazione percettiva manifestandosi sotto forma di intensità cromatica.

3 Book of life – acquerelli in pasta strutturale, liner grafico, grafite, fissativo matita su cartoncino resistente 32x26cm

Anche i materiali che l’artista utilizza sono molteplici proprio perché la sua caratteristica principale è una totale apertura nell’atto creativo, come se attraverso la pittura riuscisse a convogliare tutto quel ricco mondo emozionale che non trova realizzazione nella dimensione quotidiana e dunque anche la materia, i mezzi espressivi, hanno bisogno di conformarsi alla sua ricchezza interiore;

vernice, acquarelli, grafite, pastelli, glitter, olio, acrilico, frammenti di specchio, tutto entra nelle sue opere sulla base dell’istinto realizzativo del momento e spesso viene sovrapposto e stratificato per rappresentare al meglio quella sensazione che Kirsten Kohrt desidera che emerga da ogni dipinto.

4 Forest lights – acrilico, acquerello, olio, pastello, foglia d’oro 24 carati, vernice su tela, 70x50cm

In Forest lights l’atmosfera emanata è la stessa che l’autrice ha vissuto quando si è trovata immersa nella magia incantata della foresta a cui fa riferimento nel titolo, quell’angolo di natura illuminato solo parzialmente dal sole che riesce a filtrare dalle chiome degli alberi; è esattamente quella l’immagine che viene evocata, il momento esatto in cui i raggi entrano a rischiarare l’ombra sottostante infondendo un aspetto fiabesco all’ambientazione. Ciò che emerge in maniera evidente è il rapimento provato dall’artista nel momento in cui il suo sguardo è stato catturato da quell’istante, la sensazione rassicurante avvertita proprio in virtù di quello stretto contatto con la natura che in quel frangente è divenuta una sorta di rifugio dal mondo esterno.

5 Scent of the flowers – acrilico, pigmenti di colore reale di garofani, mosaico di specchio e vernice-su-tela-100x50cm

In Scent of the flowers ancora una volta Kirsten Kohrt sceglie di lasciar fuoriuscire solo un accenno di figurazione perché ciò che davvero conta in questa tela è la necessità di rappresentare visivamente il profumo, una percezione appartenente a un altro senso, quello dell’odorato, di cui l’artista sente il bisogno di trovare concretezza attraverso la pittura; le piccole e lievi forme sferiche sembrano dunque le particelle di profumo che avvolgono chiunque entri in un giardino dove i fiori sono i protagonisti indiscussi, e le differenti tonalità di rosa costituiscono i molteplici odori che emanano provocando un effetto diffuso che aleggia nell’aria, rappresentato dai tasselli di mosaico, generando un benessere in grado di coinvolgere tutti i sensi ma soprattutto la dimensione interiore che trova la morbidezza di cui ha bisogno per lasciarsi andare.

6 Female power – tecnica mista su tela con tessuto acrilico, particelle di glitter, fissaggio, 100x80cm

In Female power invece la figurazione è più decisa, evidente, richiama quasi le decorazioni stilizzate dell’Art Nouveau per raccontare la delicatezza della femminilità mentre i vortici presenti in maniera predominante stanno a sottolineare la forza che da sempre contraddistingue la donna nel suo ricoprire molti ruoli che convivono tutti nella stessa persona; essere madre, moglie, amante, amica, confidente, lavoratrice, richiede coraggio e determinazione, capacità poliedrica di gestire la propria vita lasciando prevalere a volte un ruolo e volte un altro, sempre mantenendo viva l’empatia, l’ascolto e l’apertura nei confronti dell’altro. Il glitter sta a rappresentare proprio la preziosità e la rilevanza di una figura femminile che ha affrontato innumerevoli sfide, sia nel passato che nel presente, e che ne è sempre uscita vincente, ma soprattutto rafforzata e, di volta in volta più piena di consapevolezze.

7 Mysterious world – acrilico, acquerello, pastello, ematite, grafite, matita e vernice su tela, 80×60 cm

Dunque Kirsten Kohrt ha saputo, con la stessa forza che ogni donna racchiude in sé, trasformare la sua ipersensibilità, che avrebbe anche potuto essere un limite, in un’opportunità di dar vita a un linguaggio espressivo completamente assecondato proprio a quel ventaglio infinito di emozioni amplificate che appartengono al suo mondo interiore e che viene declinato, sulla tela, sotto forma di sfumature e sfaccettature interpretative di tutto ciò che le ruota intorno. Kirsten Kohrt ha al suo attivo la partecipazione a molte mostre personali e collettive in Germania e all’estero – Miami, Long Island, New York, Roma, Firenze, Samara, Parigi, Barcellona, Londra, La Valletta, Washington, Los Angeles, Padova, Mantova, Napoli – e le sue opere sono inserite nei più importanti cataloghi di arte contemporanea.

KIRSTEN KOHRT-CONTATTI

Email: artwithmagic@gmail.com

Sito web: www.artkirstenkohrt.de/

Facebook: www.facebook.com/KirstenKohrtArt

Instagram: www.instagram.com/kirstenkohrtart/

The subtle line between the intangibility of emotions and the harmony of nature in the expressive delicacy of Kirsten Kohrt

In the communicative journey of many artists, the pictorial gesture becomes a veritable fusion between their own way of being and all that derives from observing and listening to the outside world, often transforming the realisation of a painting into a veritable path of liberation of sensations that would otherwise remain entangled within a sensitivity too rich to be expressed in an ordinary way. Thus, in some cases, the process of execution is so spontaneous and immediate that it cannot adhere to a scheme or premeditation that would only become a limitation, a cage for the freedom that this type of creative artist needs. Today’s protagonist shows an approach that is completely devoid of any rules except that of allowing her deepest emotions to find a voice through colours and canvas, which thus becomes an extension of her innermost self.

Throughout the history of art, painters and sculptors have always had to adapt to the styles in vogue in the period in which they lived, thus making the expressive and realisational skill of the reality they observed the focal point of their careers; it was only with the approach of the 20th century that many artists began to rebel against the academic rules in which they could no longer recognise themselves, especially in a society that was profoundly, and rapidly, changing, and which in fact completely excluded an inner world that instead had to have a new space. The need to find an artistic style that conformed to their thinking took shape in Expressionism, where all perfection and harmony had to take second place to the impulsive release of an emotional world too rich to be restrained; from the painterly aggressiveness of the Favues such as Maurice de Vlaminck and Henri Matisse, to the representational deformity of Edvard Munch and Egon Schiele, the movement found ample space in a continent, the European one, that had to come to terms with the loss of certainties and the fears generated by wars and the epochal changes that were taking place.

Another category of creatives, in the same context, chose instead to completely renounce the narration of the visible, even when distorted by sensations, and completely detached themselves from the observed to give life to Abstractionism where subjectivity and the inner world was even denied, excluded from the plastic gesture that had to remain free of any external influence to maintain its purity. However, the distance from the world of the emotions was also soon felt by many of those artists who wanted to continue along the path of abstraction but could no longer remain within geometric schemes or the delimitation of colours within figures that seemed to want to contain a world that instead had to bind itself solely and exclusively to impulse and instinct. Abstract Expressionism was thus born to revolutionise the panorama of Informal Art and to emphasise how the pictorial gesture had to live without any kind of rule, of guideline, that was not only and solely the emotional intention of the executor of an artwork. Among the movement’s adherents there were some who chose a more impulsive and impetuous approach, others who dwelt on reflection and meditative calm, and others who somehow wanted to maintain a contact, however slight, with a figuration more belonging to fantasy and imagination than to reality.

The German artist Kirsten Kohrt, although approaching Abstract Expressionism in terms of her intention of execution, in fact remains free to move towards a greater connection with the observed, albeit modified by her interpretative contribution linked to the perception and empathy through which she receives everything that revolves around her, sometimes pushing towards the depiction of nature, that world within which she manages to find a profound connection with her marked sensitivity. Her inspiration is precisely that irrepressible world of the emotions that has had such an influence on her life, as she suffers from a particular hypersensitivity that often causes her to feel sensations in an amplified manner from which she sometimes needs to escape, especially in her later years during which she can only move to countries where she feels safe and where her perceptive delicacy feels protected, enabling her to connect with her harmonious surroundings.

This is why, in the execution of her artworks, she has decided to let herself be guided by irrationality, by a primordial instinct that develops and manifests itself only at the moment of the executive action, without the mind or logic having any control or awareness of what the final result will be; in Kirsten Kohrt, the immediacy of Abstract Expressionism is mixed with the poetic and inebriated listening of that nature that sometimes reveals itself even on the canvas while others remain only in her perceptive sensation manifesting itself in the form of chromatic intensity. Even the materials the artist uses are manifold precisely because her main characteristic is a total openness in the creative act, as if through painting she manages to channel all that rich emotional world that cannot be realised in the everyday dimension and therefore the material, the means of expression, also need to conform to her inner richness; paint, watercolours, graphite, pastels, glitter, oil, acrylic, mirror fragments, everything enters her artworks on the basis of the instinct of the moment and is often superimposed and layered to best represent that feeling that Kirsten Kohrt wants to emerge from each painting. In Forest lights, the atmosphere emanated is the same as that which the artist experienced when she found herself immersed in the enchanted magic of the forest referred to in the title, that corner of nature only partially illuminated by the sun that manages to filter through the foliage of the trees; that is exactly the image evoked, the exact moment in which the rays enter to lighten the shadows below, infusing a fairy-tale aspect to the setting. What emerges clearly is the rapture felt by the artist when her gaze was captured by that instant, the reassuring sensation received precisely by virtue of that close contact with nature, which at that juncture became a sort of refuge from the outside world.

In Scent of the flowers, Kirsten Kohrt once again chooses to leave out only a hint of figuration because what really counts in this canvas is the need to visually represent perfume, a perception belonging to another sense, that of smell, which the artist feels the need to find concreteness through painting; the small, light spherical shapes therefore seem like the particles of perfume that envelop anyone who enters a garden where flowers are the undisputed protagonists, and the different shades of pink make up the multiple odours that emanate causing a diffused effect that hovers in the air, represented by the mosaic pieces, generating a wellbeing capable of involving all the senses but above all the inner dimension that finds the softness it needs to let itself go.

In Female power, on the other hand, the figuration is more decisive, more evident, almost reminiscent of the stylised decorations of Art Nouveau to narrate the delicacy of femininity, while the predominantly present swirls emphasise the strength that has always distinguished women in their covering of many roles that all coexist in the same person; being a mother, wife, lover, friend, confidant, worker, requires courage and determination, a multifaceted ability to manage one’s life, sometimes letting one role prevail and sometimes another, always maintaining empathy, listening and openness towards others. The glitter represents precisely the preciousness and relevance of a female figure who has faced countless challenges, both in the past and in the present, and who has always emerged victorious, but above all strengthened and, from time to time, more aware.

So Kirsten Kohrt has been able, with the same strength that every woman possesses, to transform her hypersensitivity, which could also have been a limitation, into an opportunity to give life to an expressive language that is completely in tune with that infinite range of amplified emotions that belong to her inner world and that is declined, on canvas, in the form of interpretative nuances and facets of everything that revolves around her. Kirsten Kohrt has participated in many solo and group exhibitions in Germany and abroad – Miami, Long Island, New York, Rome, Florence, Samara, Paris, Barcelona, London, Valletta, Washington, Los Angeles, Padua, Mantua, Naples – and her artworks are included in the most important contemporary art catalogues.

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Pubblicato da
Marta Lock

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