Denise ci parla del nuovo singolo “Le parole”: l’intervista

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“Le parole nasce dall’idea di fare un parallelismo tra gli aghi utilizzati nel processo della tecnica di agopuntura e le parole appunto le quali una volta ascoltate, soltanto rimanendo sottopelle riescono ad agire sul nostro substrato di coscienza”

denise coverLe parole” è il nuovo singolo di Denise, in uscita dal 4 luglio per Bulbart e accompagnato dal video ufficiale. Dov’è finito il mare, terzo disco dell’artista, arriva finalmente dopo dodici anni dal precedente Uninverse è il primo album con brani in italiano, svelandosi così sfumature inedite del suo progetto musicale. Le otto canzoni, registrate alla Goldmine Records, sono un iceberg di rivoluzione, uno schiaffo di emozioni indomabili. “Le parole” è la prima performance costruita sui brani del nuovo disco. L’intenzione è quella di proporre in totale nove capitoli musicali, tanti quanto i brani contenuti nell’album, per esprimere in modo del tutto simbolico il core emotivo del nuovo lavoro musicale di Denise.

Denise ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Le parole” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

E’ una canzone nata molti anni fa e diventata primo singolo del mio ultimo disco “dov’è finito il mare”. Per questa canzone ho deciso di realizzare una performance corporea che potesse far riflettere sul significato delle parole su di noi.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Proprio questo, ovvero il concetto che le parole hanno sempre un potere sulla nostra realtà e su noi stessi. L’analogia è infatti espressa nel video performativo attraverso una performance fisica con degli aghi, è un take unico di una sessione di agopuntura durante la quale canto il brano. Le parole sono appunto pungenti e fastidiose delle volte quando ci arrivano ed entrano nel nostro substrato ma è solo permanendo lì che hanno un impatto sudi noi, positivo o negativo che sia.

Che tipo di accoglienza ti aspetti?

Vorrei che le persone riflettessero sul valore delle parole e sul loro impatto sulla realtà che ci circonda.

Come nasce il tuo progetto musicale?

E’ nato ormai venti anni fa, ero una bimba, è stato un flusso naturale. All’epoca suonavo con il mio chitarrista e compagno Alessandro Di Liegro. Scrivemmo un pugno di canzoni insieme e iniziamo a suonarle in giro, la cosa iniziò a catturare l’interesse di molti tra cui manager e etichetta con le quali per anni ho collaborato facendo bellissime e importanti esperienze tra cui suonare con Stefano Bollani, Suzanne Vega ed essere tra le 50 canzoni più suonate in radio nel 2010. L’esigenza è quella di cacciare fuori un sentire, oggi come allora, è qualcosa che esplode e scorre come lava travolgendo tutto ciò che mi appartiene, non saprei spiegarlo diversamente, è semplicemente la mia natura ed io semplicemente la assecondo.