ROMA – La depressione colpisce 2,6 milioni di italiani (4,3% della popolazione). Tra le cause della depressione, l’Istat nella sua ultima indagine elenca gravi problemi economici, una malattia debilitante, eventi dolorosi e perdita del lavoro. Insomma, la crisi incombe non solo sulle finanze, ma anche sulla salute dei cittadini e sul loro benessere psicologico.
“Le cure antidepressive hanno risultato positivo fino all’80% dei casi, purtroppo vi fanno ricorso in pochi, solo la metà di chi ne avrebbe bisogno e sempre in ritardo. In tanti negano il problema, e i tagli alla sanità non aiutano – spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta – Le persone che si trovano a combattere un umore depresso si scontrano spesso con diffusi pregiudizi del tipo “dai, muoviti, basta un po’ di volontà per uscire dalla crisi” oppure “pensa a chi sta peggio di te” oppure ancora “basta che esci e ti diverti e passa tutto”. Atteggiamenti simili possono risultare profondamente colpevolizzanti verso chi sta attraversando un momento di crisi e sono sicuramente più dannosi che utili. La depressione è un sintomo, la punta di un iceberg di un processo di adattamento alla realtà non ben riuscito”.
La persona con umore depresso è di solito profondamente insoddisfatta perché nella sua vita mancano elementi importanti quali amore, stimoli, realizzazione relazionale e professionale, oppure perché, pur avendo queste cose, non riesce a sentirsi felice. Occorre affrontare il proprio modo di vivere la vita per uscirne, confrontarsi con gli altri e ritrovare fiducia in se stessi.
“La conseguenza della depressione è prendersela con se stessi – aggiunge Porta – additandosi come incapaci, inetti, pavidi etc. e facendo in modo che la stima di sé lasci il posto alla condanna e al disprezzo. Non è raro sentire una persona depressa affermare di farsi schifo o di non valere nulla. Situazioni simili vanno affrontate in maniera professionale. La psicoterapia può essere un aiuto importantissimo: l’inizio di un percorso di cambiamento all’interno del quale trovare il modo di utilizzare le proprie risorse personali per affermarsi nella realtà invece che per condannarsi, imparando a convivere con i propri limiti e con la parte di sofferenza indissolubilmente legata all’esistenza umana”.