Economia

Dieta mediterraneea, nuovo riconoscimento dagli USA

Il presidente Massimiliano Giansanti sottolinea la mancanza di fondamento dei sistemi di etichettatura a “semaforo” e “nutriscore”

USA – “Dagli Stati Uniti è arrivato un ulteriore riconoscimento sui benefici che la dieta mediterranea assicura ai consumatori”. Lo rende noto Confagricoltura sulla base della classifica stilata dalla Us News and World Report, autorità a livello mondiale nella consulenza ai consumatori, sulla base dei pareri resi da un gruppo di esperti sanitari indipendenti che hanno esaminato 41 regimi alimentari.

Seguendo la dieta mediterranea – hanno indicato gli esperti americani – è possibile aumentare la longevità e prevenire una serie di malattie croniche non trasmissibili.

“Questo ennesimo riconoscimento giunto dagli Stati Uniti – ha dichiarato il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – conferma l’assoluta mancanza di fondamento delle indicazioni di nocività dei prodotti destinati all’alimentazione basate sul contenuto di grassi, zucchero e sale”.

“Mi riferisco – ha proseguito Giansanti – ai sistemi di etichettatura cosiddetti a ‘semaforo’ e ‘nutriscore’ in vigore in alcuni Stati membri dell’Unione europea. Senza dimenticare che nei mesi scorsi in seno all’Onu si è discusso, per fortuna senza esito, sul varo di politiche fiscali per dissuadere dal consumo di cibi insalubri, tra quali sarebbero rientrate alcune eccellenze del “Made in Italy” agroalimentare”.

Il 16 novembre 2010, la dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Un vero e proprio modello alimentare salubre, con valenza nutrizionale, sociale e culturale.

“Se ne dovrebbe tener conto in tutti i consessi”, ha concluso il presidente della Confagricoltura. Resta comunque che il fatto che i consumatori in tutto il mondo continuano ad apprezzare in misura crescente i nostri prodotti. Alla fine dello scorso anno, l’export di settore ha superato i 41 miliardi di euro, in crescita sui livelli del 2017 pur in un contesto di contrazione della dinamica relativa agli scambi commerciali su scala mondiale.

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