ROMA – “Sono molto orgoglioso di poter essere qui in un giorno così importante”. Così Diodato ha aperto la serata di ieri, nella giornata del 25 aprile a Radio2 Live su Rai Radio2. “A me piace pensare al live come un corpo vivo, una fiamma che brucia e che è anche imprevedibile. Abbiamo trasformato spesso le canzoni anche nei concerti, adattandoci ai luoghi, alla situazione che si era creata con il pubblico, abbiamo sperimentato tanto”, ha raccontato ai microfoni di Ema Stokholma e Gino Castaldo parlando del nuovo disco appena pubblicato “Ho acceso un fuoco” e che racchiude e celebra proprio la dimensione del concerto. “Mi dispiaceva dopo questi anni di tour non provare a fare una foto, fermare queste versioni e queste vibrazioni. Lo abbiamo registrato in presa diretta, si suona tutti insieme dall’inizio alla fine e si accettano anche delle imprecisioni…Sai che io sono della vergine”, ha scherzato il cantautore. “Ma in questo modo vengono fuori delle versioni uniche. Del resto, il fuoco è imperfetto, imprevedibile, qualcosa che non si ripete mai, ed era quello che volevo mettere nel disco. Poi sono rimaste fuori tante canzoni, chissà in futuro se ci sarà un secondo capitolo”.
Accompagnato da Andrea Bianchi alle chitarre, Gabriele Lazzarotti al basso, Alessandro Commisso alla batteria, Lorenzo Di Blasi alle tastiere e Beppe Scardino ai fiati, tra tanti brani live, l’artista ha ricordato anche la serata delle cover a Sanremo 2024: “‘Amore che vieni, amore che vai ‘ è una canzone fa parte del mio percorso, è un brano che ho messo nel mio primo album, e poi anche questo si è trasformato negli anni ulteriormente. Mi sembrava bello salire su quel palco quest’anno e raccontare un po’ tutto questo viaggio in musica che ho fatto nella mia testa, sempre con De André come punto di riferimento. È anche quello che mi ha spinto ad impegnarmi di più nella scrittura perché io venivo dal pop e rock inglese, in cui il testo è importante, ma non come nella tradizione della musica italiana. Pian piano, ascoltando quelle canzoni lì mi sono detto: ‘devi metterti sotto’”.
Rispondendo al pubblico in sala l’artista ha rivelato a quale delle sue canzoni si sente più legato: “Dico Babilonia perché è un brano che rappresenta anche il caos, il viaggio e le considerazioni che ho fatto. Mi sono abbandonato a quel flusso e sono riuscito a cogliere tutto il meglio che ho trovato in questo percorso e ha sicuramente cambiato tutto, specialmente dentro di me”. Infine, ha regalato una performance speciale sulle note di Bella ciao: “Ci tenevo a cantare con voi un brano molto importante per la nostra storia e non solo. È un brano che in qualche modo parla anche della lotta per la libertà, e in un periodo così difficile, in cui non solo la libertà, ma anche la vita di tante persone è a rischio, ci tenevo a farla in una giornata così importante. Faremmo bene a cantarla spesso perché ne abbiamo bisogno”, ha concluso.
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