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I DOSSIER DELL'OPIONIONISTA
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Oltre un terzo del territorio
italiano è coperto da foreste, boschi e macchia mediterranea;
un patrimonio arboreo tra i più importanti d'Europa per
ampiezza e varietà di specie. Ci si trova di fronte ad
una immensa ricchezza per l'ambiente e l'economia, per l'equilibrio
del territorio, per la conservazione della biodiversità
e per il paesaggio.
Ogni anno, con l'avvicinarsi della stagione calda, questi beni rischiano di essere distrutti dagli incendi. Il territorio subisce grandi alterazioni con grave perdita di habitat, biodiversità, paesaggi, storia e stabilità idrogeologica dei versanti. In diversi casi i danni da incendio possono risultare anche drammatici, investendo insediamenti ed infrastrutture, ponendo problemi di pubblica incolumità. I danni causati hanno diverse peculiarità che dipendono sia dall'andamento del fronte del fuoco, sia dalla stazione dove l'incendio è passato. Si hanno effetti che coinvolgono il suolo, la vegetazione, la fauna, l'atmosfera ed il paesaggio. Il suolo, con il passaggio del fuoco, subisce un forte aumento della temperatura che coinvolge solo lo strato più superficiale del terreno, mutandone la struttura, la sua composizione chimica e i microrganismi presenti superficialmente. Gli effetti degli incendi sulla fertilità dei suoli sono variabili e controversi; la cenere derivata dalla combustione della sostanza organica è ricca di nutrimenti che migliorano la fertilità dei suoli (azoto, fosforo, potassio, magnesio, sodio). Tuttavia la presenza della cenere stessa sul terreno, influendo negativamente sullo sviluppo radicale delle piante, inibisce l'assorbimento dei nutrimenti stessi. Le alterazioni delle condizioni naturali del suolo prodotte dal passaggio del fuoco favoriscono i fenomeni di dissesto dei versanti provocando, in caso di piogge intense , lo scivolamento dello strato di terreno superficiale. Gli effetti del fuoco sulla vegetazione dipendono dalle caratteristiche delle specie: ad esempio alcune hanno una resistenza al fuoco (pirofite); altre, come i cisti, sono stimolate dal fuoco alla germinazione del seme; altre ancora sono stimolate alla emissione di nuovi getti sotto il livello del terreno. Nonostante l'adattamento di alcuni ecosistemi al fuoco, l'uomo con il passare del tempo ne ha modificato anche il livello di vulnerabilità. Nella macchia mediterranea anche se in poco tempo si può ripristinare la copertura vegetale, la sua composizione subirà delle variazioni che dipendono dalle specie che meglio si adattano. Durante un incendio gli animali sfavoriti sono quelli che si muovono con più difficoltà, non essendo in grado di trovare rifugio lontano dall'evento. La trasformazione dell'ambiente è notevole, si assiste alla formazione di nuovi habitat che sostituiscono i precedenti e che sono più popolati da esseri viventi. Come conseguenza, si assiste ad una fluttuazione delle popolazioni animali: alcuni migrano verso le zone non attraversate dal fuoco, altri fanno il loro ingresso nelle zone interessate dall'incendio. Negli ultimi quarant'anni il numero degli incendi è stato sempre crescente anche a causa delle particolari condizioni climatiche. In gran parte dell'area mediterranea si distruggono ogni anno circa 500.000 ettari di bosco. Solo nel nostro paese, ogni anno si verificano circa 11.000 incendi, con una perdita di oltre 50.000 ettari di bosco. |
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Nell' estate
del 2007, a causa delle elevate temperature e dei forti venti,
l'andamento degli incendi ha registrato punte di eccezionali dimensioni
e spesso concentrate in alcune giornate particolari. Stagione
da ricordare come una delle più disastrose, impegnative
e difficili, dove il fuoco si è avvicinato pericolosamente
alle aree urbanizzate, distruggendo aree naturali, rurali e causando
vittime (23 in Italia, 68 in Grecia). |
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