L’avvento della
rivoluzione industriale ha decretato l’inizio di un impiego
massiccio di materie prime e di risorse energetiche, in particolare
i combustibili fossili: dal carbone al petrolio. Per più
di due secoli ci si è illusi di poter usare senza alcun
limite queste risorse; dalla metà del ‘900 si è
cominciato a parlare di crisi energetica. Da questo la presa di
coscienza dei limiti delle risorse offerte dalla Terra e della
necessità di rivedere l’intero sistema produttivo
su cui si fondano i paesi più industrializzati.
Tutto ciò che può fornire energia per produrre lavoro
si chiama fonte energetica. La maggior parte
dell’energia esistente sul nostro Pianeta deriva dal Sole
sia sotto forma di energia luminosa che termica. Ogni luogo dove
l’uomo svolge le sue quotidiane attività, necessita
di energia. A tal fine vengono bruciate circa l’80% di combustibili
fossili (petrolio 35%, carbone 24%, gas naturale 21%) con conseguente
emissione nell’atmosfera di gas ad effetto serra CO2 (biossido
di carbonio).
Attualmente l’Italia importa l’83% dell’energia
che si consuma, di cui il 54% è petrolio, il 30% metano,
l’8% carbone ed il 7% elettricità prodotta dalle
centrali nucleari francesi, svizzere e slovene.
Studi eseguiti in campi diversi hanno evidenziato sia che i giacimenti
di carbone e petrolio sono destinati ad esaurirsi nel corso dei
prossimi decenni sia che l’umanità si trova già
in una crisi provocata dall’abuso di queste stesse risorse.
L’ambiente infatti non può più reggere l’immissione
di inquinanti derivati dalla combustione di petrolio e carbone;
ciò è dimostrato dai cambiamenti climatici.
Gran parte dell’energia mondiale fornita viene utilizzata
nelle nostre abitazioni (energia elettrica, impianti di riscaldamento,
condizionamento).
Ridurre i consumi di energia provenienti dalle fonti fossili (petrolio,
gas, carbone) è una priorità assoluta per poter
garantire alle generazioni future un Pianeta vivibile.
Ciò è auspicabile attraverso il risparmio
energetico e l’utilizzo delle fonti alternative.
Il risparmio energetico è una delle urgenze
fondamentali che il mondo contemporaneo si trova ad affrontare.
La produzione di energia provoca altresì danni ambientali
devastanti ed irreversibili. L’obiettivo da raggiungere
è una riduzione, rispetto al 1990, del 5,2% delle emissioni
di gas serra che dovrà essere raggiunto nel periodo compreso
tra il 2008 ed il 2012 (Protocollo di Kyoto). L’Italia,
con delibera del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione
Economica) del 19/11/1998 ha adottato le “Linee Guida per
le politiche e le misure nazionali di riduzione delle emissioni
dei gas serra” che individuano gli obiettivi e le misure
settoriali per la riduzione del 6% delle emissioni. Tale obiettivo,
oltre all’uso di fonti alternative, lo si può raggiungere
attraverso soluzioni progettuali e di adeguamento normativo che
mirano ad una riduzione dei consumi.
La finanziaria 2007 ha introdotto agevolazioni per la riqualificazione
energetica degli edifici attraverso incentivi con detrazioni fiscali
fino al 55% per 3 anni:
1. Interventi di riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento
degli ambienti;
2. Interventi su infissi e pareti degli edifici;
3. Installazione di pannelli solari termici per la produzione
di acqua calda;
4. Sostituzione di vecchie caldaie.
Attraverso tali facilitazioni l’Italia stimola a ridurre
la sua dipendenza da fonti energetiche tradizionali sia per attuare
le richieste del protocollo di Kyoto sia per dar vita ad un nuovo
sistema di contenimenti energetici che possono migliorare il futuro
del nostro Pianeta.
I comuni possono diventare uno dei perni fondamentali per lo sviluppo
del risparmio energetico e delle fonti alternative, due settori
che in Italia stentano a raggiungere dimensioni apprezzabili.
Il risparmio energetico in casa
Le famiglie italiane consumano ogni anno circa il 30% dei consumi
energetici totali del nostro Paese. L’energia consumata
da una famiglia media di 4 persone richiede nelle centrali elettriche
la combustione di circa 2 kg di petrolio al giorno e libera
nell’atmosfera circa 2800 litri di CO2. Utilizzando meglio
l’energia, si potrebbe risparmiare fino al 40% delle spese
per il riscaldamento ed il 10% per quelle degli elettrodomestici.
Il riscaldamento, dopo il traffico, è la maggiore causa
di inquinamento delle città. D’inverno gran parte
dell’energia usata per riscaldare gli edifici viene dispersa
dalle pareti, dal tetto e dalle finestre. Attraverso piccoli
accorgimenti è possibile ridurre la dispersione termica
controllando la chiusura di porte e finestre, dotandole di doppi
vetri. È possibile anche intervenire con materiali appositi
sull’isolamento del tetto, delle pareti esterne. Questo
consente di ridurre i consumi di energia e far diminuire i gas
inquinanti.
Le fonti alternative di energia sono risorse
primarie per lo sviluppo di energia elettrica. Esse sono così
definite per distinguerle dalle fonti tradizionali quali: petrolio,
carbone e gas naturale.
L’Italia è molto indietro nello sviluppo delle
energie alternative, malgrado per molti anni, la bolletta dell’energia
elettrica abbia previsto una maggiorazione a carico dell’utente.
Nella normativa, alla dizione “fonti rinnovabili”
si aggiunge “assimilate”; in questo
modo decine di milioni di euro, invece di incrementare le energie
rinnovabili, sono andati a quelle inquinanti.
Con la crisi petrolifera del 1973, che ha messo in evidenza
la limitatezza delle riserve di combustibili fossili, nasce
la necessità di trovare delle fonti alternative.
Maggiore è la presa di coscienza dei pressanti problemi
di inquinamento e degrado ambientale che affliggono il globo
terrestre sia da parte dei governi che delle organizzazioni
internazionali di cooperazione quali: ONU (Organizzazione delle
Nazioni Unite), OCSE (organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico), AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia).
Attualmente l’unica alternativa in grado di sopperire
totalmente ai nostri bisogni energetici sembra essere l’energia
nucleare. Dopo la seconda guerra mondiale sono entrate
in funzione le prime centrali nucleari che producono energia
elettrica sfruttando le proprietà di un elemento radioattivo,
l’uranio. Dopo l’incidente di Cernobil, che ebbe
un violento impatto sull’opinione pubblica, in molti paesi
è stato sospeso o ridotto il funzionamento delle suddette,
ritenute pericolose per la salute pubblica e per l’ambiente.
L’attenzione dei ricercatori, a questo punto, si è
rivolta verso le fonti rinnovabili, ovvero quelle risorse le
cui scorte sono illimitate.
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Tra le fonti energetiche rinnovabili
troviamo l’energia solare, eolica, geotermica, dell’acqua
e delle biomasse.
L’energia solare, disponibile in quantità
illimitata, rappresenta per l’uomo una risorsa facilmente
reperibile e non inquinante. Può essere sfruttata sia mediante
la tecnologia del solare termico, che si basa sull’uso dei
collettori trasformando l’energia solare in calore, che
la tecnologia del solare fotovoltaico per trasformare, mediante
celle e pannelli fotovoltaici, l’energia solare direttamente
in energia elettrica.
L’energia eolica, già sfruttata
nell’antichità per la navigazione e nei mulini a
vento per la macina dei cereali, sfrutta il movimento del vento
mediante aerogeneratori (macchine simili a mulini che convertono
l’energia elettrica). Può essere sfruttata solo nelle
località dove soffiano venti costanti. Negli ultimi anni
gli ambientalisti hanno avanzato delle riserve sull’impianto
di nuove centrali, sostenendo che esse potrebbero rallentare i
venti, modificando così le condizioni climatiche di una
certa zona, influendo negativamente sulla vita di alcune specie
animali, in particolare sulla vita degli uccelli migratori.
L’energia geotermica sfrutta il calore
proveniente dall’interno della terra, localizzato specialmente
nelle aree vulcaniche. Il magma, infiltrandosi nelle discontinuità
della crosta terrestre, può risalire in superficie e riscaldare
l’acqua delle falde acquifere dando origine a sorgenti termali,
geyser, soffioni o fumarole. I pozzi geotermici intercettano il
vapore proveniente dal sottosuolo e lo convogliano alle turbine
che producono energia elettrica.
L’energia dell’acqua, per molti secoli
utilizzata con l’unico scopo di azionare mulini e altre
semplici macchine, attualmente è usata nelle centrali idroelettriche
per produrre elettricità sfruttando le masse d’acqua
in movimento, sia quelle continentali che oceaniche, dove si formano
onde superficiali e correnti di diverso tipo.
L’energia delle biomasse, composte da rifiuti
organici, possono essere utilizzate direttamente come combustibili
oppure per produrre biogas (una miscela costituita per il 70%
da metano) attraverso particolari processi di biodegradazione.
L’uso di questi impianti è diffuso soprattutto nelle
aziende agricole, presentando due vantaggi: con l’energia
ricavata si copre il fabbisogno dell’azienda e con il processo
di lavorazione si elimina quasi del tutto il materiale inquinante.
Relativamente all’installazione e conseguente utilizzo delle
fonti rinnovabili di energia, vengono citate alcune normative:
Eliminazione dell’obbligo
di attestato energetico per la sostituzione di finestre e installazione
di pannelli solari
Per fruire delle detrazioni del 55% previste dal comma 345 della
Finanziaria 2007, limitatamente alla sostituzione di finestre
comprensive di infissi in singole unità immobiliari e al
comma 346, relativo all’installazione di pannelli solari
termici, non è richiesta la documentazione di cui all’articolo
1, comma 348, lettera b), della medesima Finanziaria 2007, cioè
l’attestato di qualificazione energetica. Inoltre, i valori
limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione
invernale, ai fini dell’applicazione del comma 344 della
Finanziaria 2007, e i valori di trasmittanza termica ai fini dell’applicazione
del comma 345, saranno definiti con decreto del Ministro dello
sviluppo economico entro il 28/02/2008. Per tutti gli interventi
la detrazione può essere ripartita in un numero di quote
annuali di pari importo non inferiore a tre e non superiore a
dieci, a scelta irrevocabile del contribuente, operata all’atto
della prima detrazione.
Proroga detrazione Irpef
riqualificazione energetica
Sono prorogate fino al 31/12/2010 le detrazioni fiscali del 55%
per la riqualificazione energetica degli edifici previste dai
commi da 344 a 347, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria
2007). La detrazione del 55% si applica anche alle spese per la
sostituzione intera o parziale di impianti di climatizzazione
invernale non a condensazione, sostenute entro il 31/12/2009.
Le modalità per il riconoscimento dei benefici saranno
stabilite con un decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze.
A copertura dell’agevolazione sono stanziati 2 milioni di
euro annui. Le agevolazioni, insieme a quelle previste dai commi
353, 358 e 359 della Finanziaria 2007, si applicano secondo quanto
disposto dal DM 19/02/2007.
Proroga detrazione Irpef
ristrutturazioni e Iva agevolata
Sono prorogate per gli anni 2008, 2009 e 2010, per una quota pari
al 36% delle spese sostenute, nei limiti di 48.000 euro per unità
immobiliare, ferme restando le altre condizioni ivi previste,
le agevolazioni tributarie in materia di recupero del patrimonio
edilizio relative:
1) agli interventi di cui all’articolo 2, comma 5, della
legge 27/10/2002, n. 289, e successive modificazioni, per le spese
sostenute dal 01/01/2008 al 31/12/2010;
2) agli interventi di cui all’articolo 9, comma 2, della
Legge 28/12/2001, n. 448, nel testo vigente al 31/12/2003, eseguiti
dal 01/01/2008 al 31/12/2010 dai soggetti ivi indicati che provvedano
alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile
entro il 30/06/2011.
È prorogata per gli anni 2008, 2009 e 2010, nella misura
e alle condizioni ivi previste, l’agevolazione tributaria
in materia di recupero del patrimonio edilizio relativa alle prestazioni
di cui all’articolo 7, comma 1, lettera b), della legge
23/12/1999, n. 488, fatturate dal 01/01/2008. Quest’ultima
agevolazione spetta a condizione che il costo della relativa manodopera
sia evidenziato in fattura.
Obbligo di fonti
rinnovabili nelle nuove costruzioni
Viene introdotta una modifica all’articolo 4 del D.P.R 380/2001
(Testo Unico dell’ edilizia) che prevede che, a decorrere
dal 10/01/2009, nel regolamento edilizio, ai fini del rilascio
del permesso di costruire, deve essere prevista, per gli edifici
di nuova costruzione, l'installazione di impianti per la produzione
di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire
una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità
abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica
dell'intervento. Per i fabbricati industriali, di estensione superficiale
non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima
è di 5 kW.
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