“Ho avuto tanta paura”, ha poi svelato, “ma io sono abbastanza fatalista: sono convinto che quando il destino è scritto, è scritto, nel bene e nel male. Nel mio caso nel bene, fino a tre anni fa era un problema e ti davano un anno, un anno e mezzo forse, di vita. Invece io sono guarito, dopo tre-quattro mesi di cure era sparito il 40%, poi un altro 20, ora è seccato e vado avanti a godermela, non lavorando”.
Tra risate e leggerezza, ha poi raccontato le diverse emozioni che ha provato: “Ora sembra un sogno, una cosa che se n’è andata. Quando ti senti dire da un amico ‘Signor Anelli, lei ha un problema’ hai già paura, quando ti dicono quale sia, lì crolli. Ma poi scatta subito l’allegria e la speranza quando ti dicono ‘ma guarda, è così’. Ho deciso di rimanere a Pavia, potevo andare nei grandi ospedali di Milano e Roma e invece, un anno dopo, sono ancora qua con te”.
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