Marat ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“E quindi voglio cadere” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
E’ una canzone che parla della disillusione di uno che fa musica in Italia solo perchè vuole farlo, e non per fare soldi (e non avendone). Siamo in tantissimi, ed è frustrante e triste ma questa consapevolezza che esiste un mondo enorme oltre ai riflettori dell’indie e della tv, finisce per far avere un lieto fine anche al pezzo!
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Vorrei fargli avere la funzione che ha avuto per me. Vorrei dire a chi l’ascolta di non preoccuparsi di essere il più famoso e il più ricco, e che non abbiamo bisogno di palchi, riflettori e fama per amare la musica e farla amare.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Da parte di chi potrà raggiungere questa canzone e ascoltarla mi aspetto tante domande, ma anche di provocare un senso di leggerezza e di sfogo.
Come nasce il tuo progetto musicale?
Questo progetto nasce nel 2015 con una finale inaspettata al Premio De Andrè, avevo iniziato circa un’anno prima a scrivere in italiano le mie canzoni. Da lì è venuto tutto naturale, sapevo suonare e mi divertivo come una pazza, quindi ho iniziato a fare tutti i concorsi, i locali, le piazze a cui riuscivo ad arrivare. E’ una nascita molto genuina e io ne vado fiera.
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