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Ecomondo, Confagricoltura al convegno sulla coltivazione delle microalghe

“Riteniamo importante fornire alle imprese adeguati strumenti informativi e formativi che stanno caratterizzando la nuova agricoltura”

RIMINI – “É la prima volta che, come Organizzazione, abbiamo affrontato il tema delle microalghe. Lo facciamo perché riteniamo importante fornire alle imprese adeguati strumenti informativi e formativi che stanno caratterizzando la nuova agricoltura, che guarda con sempre più attenzione alla bioeconomia”.

Lo ha detto Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini avviando i lavori del convegno “La coltivazione delle microalghe: un’opportunità per l’agricoltura e per la bioeconomia”, organizzato da Confagricoltura ad Ecomondo.

“Fermo restando la risoluzione di alcune criticità che riguardano sia la fase produttiva sia quella di mercato, la coltivazione delle microalghe – ha sottolineato Ezio Veggia, presidente della Federazione nazionale di prodotto Bioeconomia, processi e prodotti innovativi di Confagricoltura – può essere una nuova valida occasione per le aziende agricole per diversificare, in modo innovativo, le produzioni”.

“Dal punto di vista produttivo la coltivazione delle microalghe – ha aggiunto Marco Caliceti, presidente della sezione Bioeconomia di Confagricoltura Emilia Romagna, che ha moderato il convegno – può essere svolta dalle aziende di acquacoltura, ma anche del florovivaismo, dal momento che le serre sono ideali perché, utilizzando specifiche attrezzature, offrono un ambiente riparato e controllato. Importante anche l’abbinamento del processo di coltivazione delle alghe con quello di produzione di biogas, recuperando così il calore che altrimenti andrebbe semplicemente disperso”.

Dal punto di vista commerciale, nel corso del convegno di Confagricoltura è emerso come si stia assistendo ad una crescente domanda di questo prodotto a partire dall’alimentazione umana e dalla nutraceutica, visto che apporta sostanze utili al benessere, quali omega-3, carotenoidi, vitamine, acidi grassi polinsaturi, proteine e sali minerali; le microalghe poi sono richieste in farmaceutica perché contengono sostanze antiossidanti e antibiotiche e sono utili anche in biocosmetica, mangimistica e per la produzione di biomassa per le energie rinnovabili”.

Confagricoltura ha ricordato come più del 90% della spirulina, che si trova sul mercato italiano ed europeo, provenga dalla Cina che è il più grande produttore di questa alga.

“Le politiche europee si stanno fortemente focalizzando sui temi dell’economia circolare e della bioeconomia – ha osservato Ezio Veggia, chiudendo i lavori del convegno di Confagricoltura -. La bioeconomia è l’economia che guarda al futuro, mettendo insieme l’agribusiness delle imprese agricole ed alimentari, l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale, il benessere della persona, i territori, il green job. La produzione di microalghe si inserisce perfettamente in tale contesto”.

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