Economia

Economia, API: “acquacoltura italiana sostenibile a 360 gradi”

Lo ha affermato il presidente Salvador in occasione del consiglio direttivo riunito oggi a Roma nella sede di Confagricoltura

ROMA – Il presidente, Pier Antonio Salvador, in occasione consiglio direttivo dell’API (Associazione Piscicoltori Italiani) riunito a Roma nella sede di Confagricoltura ha sottolineato come il comparto abbia prodotto quasi 60.000 tonnellate di pesce per un valore di 287 milioni di euro e l’acquacoltura italiana è sostenibile a 360 gradi. Facendo il punto sull’andamento dell’itticoltura ‘made in Italy’, Salvador, allevatore di trote, ha ricordato che ad API-Confagricoltura è associato il 90% delle imprese italiane di settore.

«La trota – ha ricordato Salvador – è un pesce sostenibile. Allevarlo è un’arte perché è sensibilissimo all’inquinamento e riesce a vivere esclusivamente in acque purissime. E’ un alimento di pregio adatto soprattutto a bambini ed anziani e, dopo il salmone, è il pesce più allevato in Europa. L’Italia, nonostante la grave siccità dello scorso anno, è il primo produttore dell’UE con 35.100 tonnellate. Ci sono buone premesse perché, nel 2018, il comparto cresca».

La produzione di spigola e orata rappresenta un’eccellenza italiana ed europea, apprezzate proprio per la qualità e la sostenibilità. «Se verranno, come crediamo, rispettati i programmi di semplificazione burocratica – ha osservato Marco Gilmozzi, presidente della Federazione Europea dei Produttori di Acquacoltura – FEAP e allevatore di specie marine – il nostro comparto potrà garantire, nelle zone costiere del continente europeo, ben 250.000 nuovi posti di lavoro».

Andrea Fabris, direttore API e medico veterinario esperto di acquacoltura, ha messo in risalto il primato indiscusso della produzione di caviale italiano da acquacoltura a livello europeo: ben 45 tonnellate nel 2017. «La nostra associazione – ha detto – si è attivata per rendere trasparenti e corrette le informazioni sull’origine del prodotto. La chiarezza è indispensabile per tutti i prodotti dell’acquacoltura destinati alle nostre tavole, perché il consumatore preferisce il prodotto “made in Italy”, riconoscendo la serietà e la qualità della filiera nazionale».

«Lo sviluppo dell’acquacoltura, considerato strategico dall’Unione europea – ha concluso Salvador – potrà essere possibile soltanto attraverso l’indispensabile processo di semplificazione delle procedure di autorizzazione e la piena attivazione delle opportunità di finanziamento previste dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e per la Pesca (FEAMP)».

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Redazione
Argomenti: ConfagricolturaRoma

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