ROMA – “A me piace molto Achille Lauro, lo trovo strepitoso”. Edoardo Vianello svela in un’intervista al giornale online “laNotifica.it” il nome del suo erede musicale, anche se sottolinea: “Ce ne sono molti bravi. C’è poca musica, molte parole, ma va bene così”. Al cantautore viene chiesto di commentare la scelta di Mina, che da oltre 40 anni si è allontanata dalle scene e dal suo pubblico: “Io non saprei abbandonare il mio pubblico. Se l’ha fatto avrà avuto le sue buone ragioni, mi sorprende però che eviti il confronto con la gente chi ama cantare, però Mina ha un carattere un po’ fragile e quindi avrà deciso per questo di non farsi vedere più. E’ stata una scelta coraggiosa”.
Edoardo Vianello racconta poi della sua amicizia con Franco Califano, svelando un aneddoto: “Con Franco ci siamo conosciuti nel ’64 e quindi abbiamo avuto una lunga amicizia. Eravamo molto legati e molto vicini. Insieme formavamo una bella coppia perchè lui era bello ed io ero famoso, per cui andavamo in giro a fare strage di cuori. Lui aveva più successo con le donne, ma io ero pronto ad assumere tutti gli avanzi di Franco perchè erano comunque tutte ‘cose di qualità’. Noi stavamo veramente sempre insieme, era il mio amico più caro”.
“Era il ’64/65 – ricorda il cantautore – quando decidemmo di fare una pubblicità ‘fai da te’ andando in giro per tutta buona parte dell’Italia con dei secchi di vernice a scrivere il mio nome sui muretti, sui palazzi, sui capannoni, perchè avevamo da poco fatto un disco insieme, quindi dovevamo lanciarlo e pensavamo a qualcosa di curioso e particolare. Devo aver investito bene i miei soldi perchè queste scritte erano di vernice molto buona e hanno resistito per decenni, anche se qualcuna l’hanno cancellata. Abbiamo fatto più di 200 scritte. Partivamo di notte e facevamo questi lunghi viaggi. L’idea era partita per pubblicizzare una canzone insieme, ma poi abbiamo pensato che dopo il momento della canzone sarebbe rimasto il titolo “Da molto lontano”, senza nessun significato, mentre scrivendo il nome sarebbe servito per gli anni”.
Nell’intervista viene ripercorso anche un altro sodalizio artistico, quello con la giovanissima Rita Pavone, per la quale scrisse nel ’62 “La partita di pallone”. Oggi l’artista è una delle giurate della trasmissione “All together Now”, ma Vianello confessa: “Non mi ha invitato, si vede che non lo riteneva opportuno. A me non piacerebbe partecipare come coach ad un talent perché sarei un fetente. Non sono capace di giudicare gli altri in un modo moderato, per cui o boccerei o promuoverei, senza troppe discussioni. Il fatto di bocciare un collega ancora prima che arrivi al successo è rischioso, perchè potrei sbagliare, potrei non averlo capito. Allora preferisco non immischiarmi in queste cose”.