ROMA – “Registriamo la più grave sconfitta elettorale e politica del centrosinistra e della sinistra italiana nella storia repubblicana: una vera e propria Caporetto”. Lo dichiara, in una nota, Gianni Melilla, deputato uscente di Art.1 Mdp.
“Per il risultato catastrofico di LeU – sostiene – ci sono responsabilità evidenti in chi ha gestito e deciso il profilo programmatico, le candidature e la campagna elettorale, con rara miopia politica e maleducazione personale”.
“Il dato di 118 pluricandidature, senza nessun rispetto per i territori e la democrazia – continua Melilla – riassume la vergogna di una gestione personalistica che è stata respinta dagli elettori di sinistra, che non hanno riconosciuto capacità innovativa e democratica al progetto di LeU. Dare la colpa di tutto alla politica degli ultimi tre anni del Pd e a Renzi non è stato credibile. Per un anno i dirigenti autonominatisi di Mdp hanno negato un congresso democratico, hanno fatto e disfatto tutto, prima hanno scelto Pisapia e poi Grasso, ma sempre pensando di dare le carte senza nessun controllo da parte di organismi democratici. Chi ha gestito le candidature dovrebbe dirci perché non sono stati ricandidati gli unici due operai parlamentari (un senatore della Fiat di Melfi e una senatrice dell’Arsenale di Taranto), perché si è abbandonata la candidatura emblematica del medico di Lampedusa, perché in Abruzzo sono stati imposti ben due capilista esterni nei collegi di Pescara-Chieti e L’Aquila-Teramo, come è stato fatto in tanti altri collegi”.
“Per questo – conclude Melilla – chi ha sbagliato deve mettersi da parte lasciando gli incarichi a cui si è autonominato un anno fa, in Mdp va subito calendarizzato un Congresso democratico in cui definire linea, profilo ideale e programmatico e gruppi dirigenti”.