Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il governatore del Veneto Luca Zaia. “Essere di centrodestra non vuol dire coccolare amarcord ideologici. Dobbiamo contrastare una narrazione che ci descrive come quelli con l’anello al naso”, spiega, e “l’errore più grande sarebbe avere paura di cambiare”. Zaia chiarisce: “Sto dicendo che il centrodestra di oggi non è quello di trent’anni fa. Anche perchè dobbiamo renderci conto che siamo di fronte a cittadini che, a differenza della politica, hanno già superato il tema dei colori della squadra”.
Per il governatore “la conditio sine qua non è un programma solido, condiviso e di grande visione. Dobbiamo disegnare il Paese che vogliamo per i prossimi 15 anni. Inutile dire che per noi veneti la premessa a tutto è l’autonomia. E’ un tema di credibilità irrinunciabile e di efficienza”. Infine, un auspicio per la campagna elettorale: “Spero che si evitino le polemiche inutili, le offese… Il settembre che si avvicina non è solo quello delle elezioni, ma quello dei tanti nodi che arriveranno al pettine. Dovremo essere attrezzati”.
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