“Conservo ancora i miei diari di quando ero adolescente. Prendevo appunti sui temi che mi toccavano di più e ancora oggi vado a rileggerli per vedere se penso ancora le stesse cose”. Parola di Elisa, che con “Diari Aperti”, l’ultimo album, tutto in italiano, uscito a due anni dal progetto di inediti On, ha aperto i diari del passato per condividere punti di forza, ma soprattutto fragilità. Un desiderio, affatto adolescenziale, di essere compresi e soprattutto, amati.
E di tantissimo amore sarà inondata a Radio Subasio, martedì 11 dicembre, a partire dalle 21,00, per un Subasio Music Club pieno di calore e di partecipazione. Nella Sala Rossa, intervistata da Roberto Gentile, la cantautrice di Trieste regalerà un’ora di musica dal vivo, trasmessa in radio e in diretta Facebook live, alla presenza di 40 fan selezionati casualmente tra tutti coloro che compileranno il form pubblicato su sito e social dell’emittente.
Sarà come sfogliare le pagine di un diario, per trovarci dentro pezzi di noi … che poi è la conseguenza più diretta dell’ascoltare canzoni.
“Per me la musica deve essere verità, deve essere scambio: deve poter scuotere, inquietare, questo è il suo ruolo e il suo significato, altrimenti diventa un’esperienza annacquata, la musica ha dei poteri ampi e c’entra con l’introspezione”, aveva detto l’artista parlando del suo progetto (il primo con Universal Music dopo ventidue anni con Sugar). Nato dopo alcune vicende personali importanti e tristi, come la perdita del padre, “Diari aperti” si compone di undici brani, undici fotogrammi di vita, fra i quali il primo singolo “Se piovesse il tuo nome”, intenso e potente scritto da Calcutta insieme a Dario Faini e Vanni Casagrande e “Quelli che restano”, duetto intimo e vibrante con Francesco De Gregori, pubblicato a sorpresa.
“Sono arrivata a una fase di introspezione e ho lasciato da parte tutto quello che potesse assomigliare a un esercizio di stile”, aveva motivato, ed ancora “ho scelto un filone unico, che è quello di raccontare i sentimenti e le emotività, perché ho visto che il gruppo di canzoni a cui ero più attaccata, che era quello più genuino, era un gruppo di canzoni emotive” … ed infine “per me è stato terapeutico dire la verità. La musica deve scuotere, inquietare”.
Tutto senza dimenticare l’alchimia che si crea quando le parole incontrano la musica, in questo caso, proprio in quest’ordine “ho messo in dubbio tantissime cose e sono ripartita da quello che usciva. I testi hanno trainato tutto i resto. Le melodie sono arrivate dopo”. E di musica, comunque, ce n’è tanta, visto che l’album spazia fra differenti sonorità, mantenendo sempre un’impronta riconoscibile.
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